Pittoni contro la Azzolina: “Non ascolta”. I problemi della riapertura delle scuole e del vincolo quinquennale.
E’ un fiume in piena Mario Pittoni, senatore della Lega, in questo inizio 2021. Tramite la sua pagina facebook non ha mancato in questi giorni di esprimere il suo disappunto sull’operato della Azzolina. Punto chiave delle sue critiche la riapertura delle scuole, secondo lui una mossa inopportuna visto che nulla è stato fatto per migliorare i trasporti e le misure di sicurezza: “Attenta evidentemente più alla propria immagine che alla sicurezza sanitaria, Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha stabilito che le scuole sono già sicure. E il Governo pare pronto ad autorizzare la ripresa dell’attività didattica in presenza, senza che nelle aule sia cambiato nulla e nonostante i dubbi evidenziati da diverse indagini”.
Queste le parole del senatore, che poi prosegue: “Non c’è infatti solo il problema trasporti, tutt’altro che risolto quasi quattro mesi dopo l’inizio delle lezioni. Le scuole andrebbero poi dotate di strumenti per la misurazione della temperatura: dai termometri digitali ai termoscanner, in relazione all’afflusso di studenti e personale. Non richiedono grandi investimenti e possono fornire dati importanti per valutare la reale incidenza del contagio. Il Governo, inoltre, non ha previsto alcun piano né investimenti a salvaguardia della qualità dell’aria onde prevenire possibili focolai a scuola, al contrario – per esempio – della Germania che ha annunciato interventi per 500 milioni di euro. A Roma si discute di ripresa delle lezioni in presenza preoccupandosi principalmente dell’effetto mediatico di una data rispetto a un’altra: i fatti, limitati all’appello ad aprire le finestre, non offrono adeguate garanzie”.
Non è però solo il rientro in classe oggetto delle critiche. Si scaglia Pittoni contro la Azzolina anche per il vincolo quinquennale del docenti; un problema che secondo lui si può risolvere solo cambiando Ministro: “Il blocco quinquennale per i docenti assunti a tempo indeterminato, che colpisce gli interessi individuali di coloro che aspirano a ricongiungersi al proprio nucleo familiare, mettendo a rischio pure l’interesse pubblico di assicurare la massima copertura delle cattedre vacanti con personale di ruolo, si supera in un solo modo: cambiando ministro, visto che la capacità d’ascolto dell’attuale è pari a zero. Abbiamo più volte segnalato che, se per una parte importante della loro vita lavorativa i docenti sono costretti a rinunciare alla cura degli affetti familiari tra l’altro con costi in alcune aree del Paese insostenibili in riferimento agli attuali stipendi, la propensione alla mobilità si riduce ai minimi termini e decine di migliaia di cattedre finiscono affidate a personale supplente. Lo conferma il clamoroso flop della call veloce. Da qui la nostra proposta emendativa, sempre respinta da Azzolina, la quale prevede che per tutelare i soggetti previsti dalla legge 104 e da altre disposizioni legislative, il vincolo di permanenza non si applichi alle suddette categorie e si consenta a tutto il personale docente di usufruire della possibilità di ricongiungersi al proprio nucleo familiare con le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Allo scadere del vincolo triennale – conclude Pittoni – la norma affida alla contrattazione collettiva le modalità di permanenza nella sede ottenuta per trasferimento”.
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Fonte: Orizzontescuola