Vincolo quinquennale: bocciato alla Camera l’Odg di Fioramonti per rivederlo.
Non è un fine 2020 del tutto positivo per l’ex ministro dell’istruzione Fioramonti: dopo la bocciatura a inizio Dicembre alla Camera sul raddoppio dei posti per gli insegnanti di sostegno nel 2021 adesso, a fine mese, arriva anche la bocciatura sulla revisione del vincolo quinquennale.
Ad annunciarlo è stato domenica lo stesso Fioramonti direttamente sulla sua pagina facebook: “Mi dispiace comunicare che il mio Ordine del Giorno che impegnava il Governo a rivedere il vincolo quinquennale per gli insegnanti (e che faceva seguito al mio emendamento respinto in Legge di Bilancio) è stato appena bocciato alla Camera”.
Un Odg che, ricorda l’ex ministro, non stabiliva come andasse rivisto il vincolo, ma chiedeva semplicemente di impegnarsi a rivederlo nella modalità e nei tempi opportuni. A votare contro sia la maggioranza, sia l’opposizione (con eccezione del Gruppo Misto e di LEU) “un fatto importante da ricordare, soprattutto quando poi i partiti si dicono favorevoli alla mobilità degli insegnanti negli annunci social o ai comizi strappaconsensi” conclude Fioramonti.
Un argomento che dunque, in tempi di pandemia, non viene reputato di primaria importanza dal Governo, non disponibile nemmeno per rivederlo. Eppure la questione riguarda tantissimi insegnanti, soprattutto quelli che si sono trasferiti al Nord e che sono costretti per il vincolo a rimanere lontani dagli affetti e dalla famiglia. E sappiamo proprio di questi tempi come sia importante per un anziano avere l’assistenza di un familiare.
Fioramonti critico dunque nei confronti dei suoi colleghi parlamentari e che si era soffermato nei giorni precedenti anche sulla Legge di Bilancio, definendola come un’ultima opportunità persa.
Se infatti la manovra, secondo l’ex Ministro, da un lato presenta alcuni elementi positivi come il rinnovo del superbonus e alcuni interventi mirati sulla ricerca, dall’altro vi sono anche tante lacune e contraddizioni: “Non si è risolto il problema del sostegno, né quello della supplentite e del precariato – aveva scritto sempre sulla sua pagina facebook – poi si ripropongono errori già visti in passato, tra cui gli incentivi per comprare auto a benzina e diesel, come se fossimo bloccati nella visione della mobilità che avevamo negli anni ’70”.
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