Il Covid-19 convince il Parlamento a ridurre il numero di alunni considerato come minimo per non fare scattare l’annessione di un istituto scolastico ad un altro con la formula della reggenza, quindi perdendo i posti di preside e di Dsga.
L’emendamento approvato
Un emendamento alle Legge di Bilancio di fine 2020 riformulata dalla maggioranza, alla vigilia dell’approdo nell’Aula della Camera del testo, in vista del via libera definitivo prima dell’approdo a Palazzo Madama, prevede che “per l’anno scolastico 2021/22, alle istituzioni scolastiche autonome costituite con un numero di alunni inferiore a 500 unità, ridotto fino a 300 per le istituzioni site nelle piccole isole, nei comuni montani, nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche, non possono essere assegnati dirigenti scolastici con incarico a tempo indeterminato”.
Solo al di sotto di questi numeri, quindi, scatterà la reggenza. Al di sopra, invece, si manterrà l’autonomia, quindi la presenza del preside e del Direttore dei servizi generali e amministrativi.
Cadono i parametri più restrittivi
Dopo quasi un decennio, quindi, vengono a cadere i più restrittivi parametri del dimensionamento, contenenti 100 alunni in più in entrambi i casi: a seguito dei commi 5 e 5 bis dell’art. 19 della Legge n. 111/2011, modificati con la Legge n. 183/2011, art. 4 comma 69, infatti i tetti stabiliti erano più alti: rispettivamente di 600 alunni, per le scuole collocate in aree non disagiate, e di 400 alunni nelle piccole isole, nei comuni montani e nelle aree geografiche caratterizzate da specificità linguistiche.
Salvi molti posti da dirigente e Dsga
Andare al di sotto dei nuovi numeri – si legge ancora nell’emendamento approvato il 20 dicembre – è motivo di conferimento “in reggenza a dirigenti scolastici con incarico su altre istituzioni scolastiche autonome”.
A questi istituti, inoltre, “non può essere assegnato in via esclusiva un posta da Direttore dei servizi generali e amministrativi (Dsga)”.
La disposizione è stata infine finanziata con 13,61 milioni di euro per il 2021 e 27,23 milioni di euro per il 2022.
Secondo la maggioranza, il provvedimento comporterà una riduzione delle reggenze, agevolando quindi la gestione delle scuole, proprio grazie al mantenimento del loro capo d’istituto e Dsga.
Italia Viva: le reggenze sono dannose
“Abbassando il numero di studenti necessari per avere un proprio dirigente scolastico e un dirigente dei servizi generali e amministrativi, si aumenta l’autonomia scolastica degli istituti italiani”, hanno dichiarato Gabriele Toccafondi e Vito De Filippo, capigruppo di Italia Viva in Commissione Cultura e Affari sociali della Camera.
“Questa innovazione, introdotta con un emendamento sottoscritto anche da Italia Viva, riduce il ricorso alla reggenza per entrambe le figure che, soprattutto in questo momento, è molto dannosa sia per la scuola affidata al reggente che per quella di titolarità del reggente. Ciò pone le premesse per una gestione degli istituti più partecipe e vicina alle esigenze dei ragazzi”, hanno concluso i due renziani.
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