20 dicembre 2020
“Il Governo è molto unito sul fatto che il 7 gennaio 2020 si debba aprire. Abbiamo fatto una riunione con le Regioni che si aggiornerà a domani o dopodomani. Siamo tutti uniti e compatti i ministri che il 7 si debba andare a scuola“. Lo dice la ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina a Mezz’ora in più su Raitre.
“Se è realistico che il 7 si aprano le scuole superiori? Sì, molto realistico. Erano aperte anche a settembre. Non possiamo perdere nemmeno un’ora, non importa se è un giovedì. La scuola, tanto bistrattata in passato, deve ritrovare la sua centralità”, ha detto la ministra dell’Istruzione. “Se non apriamo non è un problema mio, è un problema di tutti, la scuola non appartiene al ministro Azzolina, è di tutti“.
“Riaprire le scuole il 7 gennaio può anche rappresentare una sfida culturale per il Paese – aggiunge – I negozi i giovedì restano chiusi? No, perché poi mancherebbe un incasso. Ecco, anche la scuola ha il suo incasso, solo che non lo si vede nell’immediato. Se lasciamo a casa gli studenti a fare solo Dad sarà il paese a perdere competenze. La scuola è anche motore di sviluppo economico. In passato forse è stata trattata come bancomat del Paese, adesso deve ritrovare centralità”.
“La scuola a settembre e a ottobre ha funzionato bene per merito della comunità scolastica, per il distanziamento e i banchi. Abbiamo lavorato su molti aspetti dalle mascherine alla distanza. Quando la curva dei contagi è salita, le Asl sono andate in affanno e si è chiesto un sacrificio alle scuole superiori“, ha detto Lucia Azzolina.
“In parte il tracciamento, che è fondamentale, è venuto in parte meno. Per questo abbiamo chiesto dei sacrifici maggiori alle scuole superiori“. La decisione di avviare la DAD “è stato unicamente un problema legato all’aumento dei contagi”… – Per approfondire l’argomento, continua a leggere la più ampia news pubblicata il 20 dicembre 2020, cliccando su rainews.it (fonte notizia)