Sostegno, Azzolina: “Troppo lungo l’iter di specializzazione”. Possibile un Tfa più breve?
Mentre ancora alcune Università stanno completando le operazioni per l’accesso al corso di specializzazione sul sostegno, Lucia Azzolina, durante l’intervento all’Agorà digitale del Movimento Cinque Stelle, ha parlato anche del Tfa.
Secondo la Ministra l’iter per abilitarsi alla professione non è efficace: “Occorre fare una riflessione; a mio modo di vedere, è troppo lungo il percorso per abilitarsi. Bisogna ripensare il sistema. Sul Tfa Sostegno, però, la competenza è del ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, con cui ho un buon rapporto, rifletteremo pure su questo”.
Dichiarazioni che aprono scenari importanti: la carenza degli insegnanti specializzati di sostegno del resto, dipende proprio da questi corsi che ogni anno non bastano a sopperire alla richiesta da parte delle scuole, che si ritrovano per aiutare i disabili, gli alunni con DSA o con BES a dover ricorrere spesso a insegnanti non qualificati. Il Dm del 30 settembre 2011 prevede che le attività formative di specializzazione abbiano una durata minima di 8 mesi. Forse un tempo troppo lungo (e aggiungiamo anche troppo costoso) per fronteggiare l’emergenza sostegno in Italia.
Ciò che inoltre fa discutere è soprattutto il fatto che questi corsi siano a numero chiuso. Un controsenso, dato che la domanda è superiore all’offerta, e quindi sarebbe più auspicabile che il corso venga aperto a tutti. In prima linea su tale fronte è Marcello Pacifico del sindacato Anief: “La quantità di precariato su sostegno non ha eguali: né nella pubblica amministrazione, né nella stessa scuola dove si raggiunge in media il 20% di cattedre scoperte. I posti vacanti e disponibili di didattica speciale, rivolta ad alunni disabili, sono ormai oltre il 40% rispetto all’organico di diritto, con appena 101.164 docenti su 180 mila totali. Ma il dato ancora più sorprendente è che degli 80 mila supplenti annuali solo una parte minoritaria sono specializzati. Proprio considerazione del numero di docenti specializzati nettamente inferiore rispetto al numero di assunzioni autorizzate – continua il sindacalista autonomo – occorre aprire il corso universitario specializzante in didattica speciale a tutto il personale che ha svolto 36 mesi di servizio e, comunque, a tutti gli insegnanti interessati, prevedendo il corso anche in modalità telematica con tirocinio da effettuarsi anche a distanza”.
Sul fatto che il sostegno in Italia sia una vera e propria emergenza ne parla anche il presidente del MiSoS, Ernesto Ciracì: “Manca una programmazione per quanto riguarda il sostegno: abbiamo un fabbisogno territoriale che viene ignorato, ed ecco perché ogni anno tantissime cattedre in deroga e supplenze concluse in ritardo. Ma in fondo questo problema dei non specializzati non è solo di adesso, ma ce lo portiamo dietro da 10 anni. Visti tali scenari, sarebbe opportuno proporre una formazione a monte sull’inclusione e disabilità all’università. Tanti docenti non hanno gli strumenti metodologici e almeno le basi della metodologia per insegnare ad alunni con disabilità sarebbero garantite in questo senso”. Da qui la proposta: “Perché non immettiamo subito in ruolo gli specializzati del Tfa sostegno IV e V ciclo?”
Proprio il V ciclo deve ancora iniziare. Alcune Università devono addirittura completare l’iter selettivo, che si era bloccato a causa del dpcm che rinviava lo svolgimento delle prove concorsuali.
Il rischio concreto, data appunto la lunghezza del corso come affermato dalla Azzolina, è che non si arrivi a completare tutto entro il 16 Luglio 2021, come stabilito nel bando. Attualmente rispettare quella data è impossibile, dato che come detto prima la durata minima del corso è di otto mesi.
Ridurre questi mesi permetterebbe sicuramente non di risolvere l’emergenza, ma immettere in tempi più brevi degli specializzati da qui ai prossimi anni.
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