“In queste condizioni terza ondata certa, siamo in una situazione grave stabile, ci attende un inverno preoccupante”. Questo il preoccupante allarme lanciato dal virologo Andrea Crisanti, che nel corso del programma L’aria che tira ha fatto un quadro generale dell’emergenza coronavirus in Italia. “Il calo dei positivi deli scorsi giorni è legato al numero dei tamponi eseguiti. Se avessimo fatto il consueto numero di tamponi avremmo avuto 28mila nuovi casi. In Lombardia, che è stata zona rossa, la situazione migliora. In Veneto, zona gialla, i casi aumentano”.
Poi una previsione preoccupante: “L’Italia alla fine della prossima settimana sarà il paese con più morti in Europa. Molti sperano nel vaccino, ma in realtà prima che il vaccino abbia effetto passeranno mesi. Quest’estate avevamo l’opportunità di risolvere il problema, ma ci siamo fatti sfuggire la situazione di mano. Il periodo natalizio, con le scuole chiuse e le fabbriche a ritmo ridotto, andava sfruttato per ridurre i contagi. Invece le misure appena introdotte sono poco severe, hanno solo l’obiettivo di attenuare l’onda d’urto ma così facendo si arriverà al lockdown”.
Riguardo la scuola, arriva la netta bocciatura per la tesi della ministra Azzolina, che ha definito la scuola “un formidabile strumento di tracciamento”. “Non capisco come faccia a sostenere una cosa simile – continua il virologo – La scuola è uno spazio sociale in cui convergono numerose famiglie e relazioni e in cui si concentrano potenziali contagi. Se si testa tutta un’intera classe non si traccia nulla, quello che si ottiene è un’informazione sul livello di trasmissione in quella comunità. Inoltre la maggior parte dei bambini sono prevalentemente asintomatici. Quindi non vengono identificati”. Crisanti si dice anche contrario sulla scelta di far rientrare in classe gli alunni della scuola secondaria.
Ma non sono tutti così a pensarla così. Il parere più rilevante è quello di Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, che ha scritto una lettera al quotidiano Il Foglio, chiedendo l’impegno di tutti per tornare al più presto alla scuola in presenza, perché secondo lui invece le scuole sono un luogo sicuro:
“I dati veri elaborati dall’Iss e validati da studi internazionali dicono che le aggregazioni di persone generano problemi di contagio, ma le aggregazioni a rischio per i giovani (soprattutto adolescenti) sono più frequenti prima e dopo il momento scolastico. Premesso che in questa emergenza non esiste un luogo a rischio zero, dobbiamo dire con forza che la scuola è un luogo sicuro, dove il rischio è “accettabile” e dove negli ultimi mesi sono state messe in atto tutte le azioni necessarie per ridurre il rischio da contagio”.
Dichiarazioni che la stessa Azzolina ha postato ieri nella propria pagina facebook, condividendo con lo stesso Miozzo anche il fatto che bisogna lavorare ancora molto per ottenere il rafforzamento della sanità scolastica e dare risposte al problema dei trasporti.
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Fonte: https://www.agi.it/