“Nessuno ha avuto la cortesia di consultarci in merito all´ipotesi di prolungare le attività didattiche fino al 30 giugno per recuperare le ore di lezione perse finora. Nell´attesa che ciò avvenga, crediamo sia opportuno intanto ricordare che il lavoro dei docenti è regolato da un contratto collettivo nazionale, tra l´altro scaduto da due anni. In ogni caso, riteniamo che sia una proposta offensiva nei confronti della professionalità di tutti gli insegnanti impegnati ormai da mesi nella Didattica a distanza, metodologia faticosa, che richiede molta preparazione e un tempo di lavoro di gran lunga superiore rispetto a quello ordinario”.
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A dichiararlo è Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti.
“La Gilda ha sempre sostenuto che la Dad sia un surrogato della scuola e che, come tale, dia risultati ben distanti da quelli della didattica in presenza. Ma se è stato necessario ricorrervi anche quest´anno a causa dell´incapacità del Governo di realizzare quelle condizioni imprescindibili per un ritorno a scuola in sicurezza, non si capisce per quale motivo a pagarne il conto debbano essere i docenti”, conclude Di Meglio.
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Roma, 7 dicembre 2020
Ufficio stampa Gilda degli Insegnanti