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Comunicatore scolastico: chi è e di cosa si occupa

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In questi giorni si sta parlando molto del comunicatore scolastico, una figura poco conosciuta ma che secondo gli addetti ai lavori diventerà nel giro di pochi anni fondamentale per aumentare la qualità della scuola e contribuire alla diffusione della Media Education.

In effetti che la scuola stia ‘cambiando pelle’ è ormai un dato di fatto: il covid ha fatto sperimentare agli alunni e ai docenti l’insegnamento a distanza e le misure di prevenzione che sono state prese negli istituti quest’anno ha riportato la scuola al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica.

Didattica a distanza, didattica integrata e didattica in presenza: tre modalità che in questi mesi hanno caratterizzato i dibattiti televisivi e animato le riunioni delle forze politiche. In realtà però la rivoluzione scolastica è cominciata già anni fa, con le norme introdotte grazie al PNSD (Piano Nazionale della Scuola Digitale) che hanno fornito una linea guida per digitalizzare il contesto scolastico. Così nelle scuole sono state introdotte le Lim, i tablets, il registro elettronico

Una trasformazione che doveva essere graduale, ma che invece ha subìto un’accelerata dal coronavirus che ha evidenziato tutte le carenze in termini di digitalizzazione della scuola e nelle case di alcune zona dell’Italia. E sempre il coronavirus ha trasformato anche il mondo del lavoro, probabilmente per sempre. Sarà maggiormente incentivato d’ora in poi lo smart working (anche per ridurre l’inquinamento prodotto dalle auto) e avere competenze d’informatica sarà fondamentale tanto quanto saper parlare e contare. Difficile pensare che anche in una sola casa degli italiani non ci sia la linea internet, anche perché ormai persino nella pubblica amministrazione moltissime procedure vengono fatte online.

In questo contesto in continua evoluzione una delle figure diventate “necessarie” è quella del “comunicatore scolastico” (anche chiamato “referente per la comunicazione”), ruolo già coperto negli Atenei e negli uffici scolastici regionali.
Come riportato da Agenda Digitale si tratta di una “figura che non si occupi solo di gestione della comunicazione interna o esterna di un istituto, ma che sappia anche pianificare e progettare interventi educativi e formativi (rivolti a studenti, docenti e famiglie) sui temi della “media education”. In pratica un comunicatore a 360°, che può essere sia una figura interna all’Istituto (un docente con competenze specifiche) che esterna individuabile tramite accordi specifici con associazioni professionali (Ordine dei Giornalisti, Assostampa, ecc).
Se vogliamo tracciare un parallelo tra il settore dell’innovazione-digitale e quello della comunicazione, la nuova figura del comunicatore scolastico potrebbe realizzare in termini di “Educazione ai media” ciò che il docente “Animatore digitale” sta portando avanti sul tema del digitale nelle scuole.

Ma vediamo nel dettaglio di cosa si occupa questa figura. Le azioni da portare avanti nelle scuole da parte del comunicatore scolastico dovrebbero riguardare questi ambiti:
Organizzare attività formative per studenti, docenti e famiglie con l’ausilio di professionisti della comunicazione digitale;
– Gestire i processi di comunicazione e informazione esterna e interna, lavorando alla gestione degli eventi, alla gestione del sito internet e della comunicazione Istituzionale;
Contribuire a creare una cultura della comunicazione eticamente efficace, pubblicando testi, foto e video senza cadere nella violazione della privacy o del diritto di autore;
– Creare consapevolezza circa l’uso corretto del web e dei social media, sapendo individuare una notizia vera da una fake news;
Contrastare il cyber bullismo e il linguaggio d’odio, guidando verso la pratica della comunicazione gentile.

In che modo le scuole possono acquisire questo tipo di competenze?
Il contratto della scuola (CCNL 2016-2018 firmato il 19 aprile 2018) ha cercato di dare qualche risposta prevedendo, all’art. 59 l’istituzione di “nuovi profili per le attività di comunicazione e informazione”. Nel testo si spiega che la nuova “area professionale” potrà essere oggetto di ulteriore approfondimento nell’ambito dei lavori della “Commissione paritetica sui sistemi di classificazione professionale”. Ci sarà da lavorare, dunque, ma la strada verso la strutturazione di queste nuove figure professionali in ambito scolastico è aperta.

 

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Fonte: La tecnica della scuola

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