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Braccio di ferro sul rientro a scuola, il Governo spinge per il 9 dicembre, le Regioni dal 7 Gennaio. Possibili lezioni anche sabato e domenica?

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Braccio di ferro sul rientro a scuola, il Governo spinge per il 9 dicembre, le Regioni dal 7 Gennaio. 

E’ ancora aperta la questione sul rientro a scuola degli alunni delle scuole superiori. Lo scontro è quello tra Governo ed enti locali, di vedute opposte. Se da un lato la ministra Azzolina chiede di tornare progressivamente in classe già dal 9 Dicembre, le Regioni, con Zaia e Toti in prima fila, chiedono la riapertura dopo l’Epifania. Il Pd invece non si esprime, con Zingaretti che preferisce che siano i virologi a decidere se bisogna ripartire già da Dicembre. In Alto Adige nel frattempo lunedì riprenderà la didattica in presenza nelle scuole medie e apriranno tutti i negozi.

Riguardo la riapertura della scuola già nei prossimi giorni, non mancano le criticità: la Ministra De Micheli ha chiaramente affermato che la scuola non potrà aprire perché non ci sono abbastanza mezzi pubblici e che i 50mila bus promessi per le prossime settimane non basteranno, dato che si dovrà rispettare la capienza massima del 50%.

Una soluzione alternativa ci sarebbe, ovvero una rimodulazione del tempo scuola, con uno scaglionamento degli ingressi e delle uscite che si dovrà spalmare su un arco di tempo che va dalle 8 alle 20, con la necessità di fare lezioni anche di sabato e domenica.

Un’idea che è stata però definita “strampalata” da Toti, perché “dovremmo riaprire le scuole superiori per sette, dico sette, giorni al netto del weekend – afferma il Governatore della Liguria – così da dover mettere in isolamento gli eventuali positivi proprio a Natale. Penso invece che sia più saggio riaprire il prossimi anno e le regioni unanimemente hanno suggerito questo al governo”.

In realtà non tutte le Regioni hanno espresso parere negativo alla riapertura delle scuole a Dicembre, con Bonaccini (Emilia Romagna) e Giani (Toscana) che si sono invece detti più possibilisti.
Vero è però, a conti fatti che da dopo il Ponte dell’Immacolata al Natale i giorni di scuola effettiva sono davvero pochi e forse non ne varrebbe la pena.

Inoltre per scaglionare gli ingressi in aula e fare lezione anche nel weekend servirebbero più docenti e maggior personale ata in modo da aumentare le ore di servizio. Docenti che, però, già in un regime di normalità, non sono sufficienti.

Altra questione è quella dei test rapidi. Dopo mesi di richieste e tentativi, le Regioni chiedono presidi sanitari nelle scuole per effettuare i tamponi rapidi prima dell’ingresso in aula. Sui test rapidi la ministra dell’Istruzione chiede un’accelerazione e il rischio è che senza il dovuto tracciamento non si possa “raffreddare” definitivamente la curva dei contagi.

Mentre è in corso il braccio di ferro sul rientro a scuola, il Premier Conte lavora al nuovo Dpcm: “Oggi, venerdì, è una giornata importante: mi aspetto un RT arrivato all’1. Sarebbe un segnale importante della riduzione del contagio. E mi aspetto anche che molte Regioni che ora sono rosse diventino arancioni o gialle. Sarebbe un bel segnale. Sono mesi difficili ma gli italiani stanno rispettando le regole e dando una grande prova di responsabilità – ha sottolineato il presidente del Consiglio, ricordando che – “Il governo sta intervenendo in modo chirurgico, con misure molto più ristrette e questo ci consente di far correre comunque l’economia”.

 

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Fonte: La tecnica della scuola

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