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Il presidente di Orizzonte Docenti, Nino Ballarino, con prestigiosi trascorsi calcistici, esprime cordoglio per la morte di Maradona: “Il mondo del calcio ha perso una leggenda”

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CATANIA – La notizia della morte di Diego Armando Maradona, deceduto all’età di 60 anni, compiuti lo scorso 30 ottobre, ha sconvolto il mondo. El Pibe è stato una vera e propria leggenda del calcio mondiale e soprattutto l’argentino più famoso del mondo.

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E’ stato un calciatore capace di portare 2 scudetti a Napoli, 6 Coppe Italia, 2 Supercoppe italiane, una Coppa UEFA, ma anche una Coppa delle Alpi e perfino una Coppa di Lega Italo-Inglese. Anche per questi motivi, questo campione viene ancora oggi venerato quasi come una divinità. E non si dimentichi che nel 1986 è stato pure il protagonista principale di un campionato del Mondo vinto con l’Argentina. Genialità e sregolatezza, hanno fatto diventare Maradona un mito agli occhi di tutto il mondo e soprattutto di migliaia di giovani, tanto da essere considerato uno dei più forti calciatori di sempre, spesso contrapposto all’altrettanto grande Pelé. Non dimentichiamo che il gol all’Inghilterra fu segnato da El Pibe de Oro, dribblando i calciatori inglesi, ai Mondiali disputati nel 1986, nella partita che poi divenne famosa per la “Mano de Dios” che è rimasta indelebile nella memoria di degli appassionati di calcio.

La Uefa, per le gare di Champions ed Europa League, ha predisposto il lutto al braccio e un minuto di silenzio su tutti i campi in memoria di Maradona. Anche in Serie A ci sarà un minuto di silenzio per ricordare l’argentino nel prossime partite di campionato. E lo stadio del capoluogo partenopeo, come annunciato dal sindaco Luigi De Magistris, sarà intitolato a Diego Armando Maradona.

Università
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Con questo post su Twitter la Federazione Argentina ha voluto dire addio al glorioso e famoso ex numero 10 del Napoli e dell’Argentina: “Hasta siempe, Diego… Sarai eterno in tutti i cuori del mondo del calcio”. In Italia, la morte di Maradona ha addolorato il presidente Corrado Ferlaino che nel 1984 ebbe il merito di portare a Napoli il famoso “numero 10”,  dopo aver pagato alla società calcistica del Barcellona una somma di ben 13 miliardi di lire.​ Ed è proprio su Twitter che il suo “Napoli” lo ha definito “Eterno” e lo ha voluto salutare con un cuore azzurro e diversi pensieri di cordoglio come “Per sempre. Ciao Diego” oppure scrivendo: “Tutti si aspettano le nostre parole. Ma quali parole possiamo usare per un dolore come quello che stiamo vivendo? Ora è il momento delle lacrime. Poi ci sarà il momento delle parole“. In un post scritto sui social da Andrea Pirlo, allenatore della Juventus, si legge: “Se ne va il dio del calcio… grazie di tutto Diego”.

Il Governo argentino ha ufficializzato l’istituzione di tre giorni di lutto nazionale per commemorare Diego Armando Maradona, morto nella sua casa di Tigre, il popoloso quartiere di Buenos Aires. E da questa mattina è stata allestita la camera ardente alla Casa Rosada, la residenza presidenziale di Buenos Aires, che rimarrà aperta per le successive 48 ore per permettere a cittadini e sportivi di dare l’ultimo saluto al loro famoso El Pibe.

Diego Armando Maradona, considerato uno dei simboli del ventesimo secolo, ha rappresentato per due generazioni l’eccellenza del calcio. Per Napoli, Maradona non è stato solo un giocatore. Dopo aver avvertito l’umiliazione di un popolo e di una città, si è ribellato alla spocchia ed al potere del Nord. La sua lunga battaglia calcistica fu la bandiera del riscatto di tutta la città di Napoli e non solo quella del tifo. Era generoso con tutti, amava stare in mezzo la gente e le generazioni si sono ispirate a lui. Era molto amato anche dai suoi compagni di squadra, senza gelosie o invidie. Quasi tutti i giovani, soprattutto adolescenti, non hanno dubbi sulla figura di Diego Armando Maradona: è stato uno dei più grandi campioni che la storia del calcio abbia mai avuto, un esempio per tante generazioni che hanno visto in lui un  un vero eroe, non solo del mondo calcistico e sportivo, ma anche di quello sociale nel qual ha dimostrato che dal nulla si può diventare grandi. E a confermarlo è stato anche un altro big del mondo del calcio, Zinedine Zidane, che in conferenza stampa, rispondendo alla domanda se “Pensa che Maradona sia stato il più grande della storia?, ha detto: “Commentare questa notizia è difficile, triste per tutto il mondo, va al di là del calcio. Ricordo Diego nell’86’, avevo quattordici anni, il mio calciatore ideale era un altro, ma lui era un idolo vero per tutti. Uno spettacolo vederlo giocare…. Ho avuto l’onore di potergli dire che è stato una fonte di ispirazione per tantissimi giovani nel mondo”.

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Il presidente di “Orizzonte Docenti”, Nino Ballarino, che conta peraltro prestigiosi trascorsi calcistici, esprime il proprio cordoglio per la morte di Maradona: “Il mondo del calcio ha perso una leggenda. Le generazioni future ammireranno quanto Diego ha saputo dimostrare con il suo calcio”.   Salvo Cona

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