Lockdown per tutte le scuole? E’ quello di cui si discuterà in questi giorni tra le fila del Governo.
Sebbene la curva dei contagi abbia subito un leggero miglioramento sono purtroppo però aumentati i numeri dei decessi (580). Le terapie intensive, soprattutto in alcune regioni, cominciano a preoccupare seriamente e la loro possibile saturazione è alla base della decisione del passaggio nelle zone a maggiore rischio di altre regioni.
Ormai, nonostante le dichiarazioni di Conte (no ad un nuovo lockdown generale), la chiusura dell’Italia sembra inevitabile, anche perché a poco a poco ogni regione e provincia sta attuando misure sempre più restrittive in base ai suoi dati territoriali.
Oltre alle aziende, anche le scuole adesso rischiano. Un dilemma quello scuole aperte/scuole chiuse che però in realtà ha ormai assunto un carattere politico, con uno scontro anche all’interno della maggioranza di Governo. Azzolina, difesa dal M5S ma anche da Italia Viva di Matteo Renzi, parla di tenere aperte le scuole il più possibile, mentre il PD è contrario.
Anche alcuni sindacati e alcuni movimenti chiedono di tenere aperte gli istituti, ma a condizione che ad essi vengano assegnati ulteriori risorse (soldi, strumenti e personale).
Sindacati che però si scontrano sulla Dad: Cisl, Cgil e Anief rivendicano il buon risultato mentre Gilda, Snals e Uil sparano a zero contro un contratto considerato irricevibile.
Sulla scia delle “scuole chiusi si” è il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, che reputa utile una chiusura imminente per salvare il Natale e ripartire nel 2021: “Oggi si realizzano dieci volte il numero di tamponi rispetto a pochi mesi fa, siamo più preparati, conosciamo meglio il virus ma proprio per questo dobbiamo chiudere, purtroppo, e con dispiacere, anche le scuole: se dobbiamo chiudere, nonostante i protocolli di sicurezza sottoscritti, lo si faccia senza troppi indugi, abbandonando la ripartizione dei territori italiani in colori. Così da ripartire con l’inizio del 2021, sperando che la curva dei contagi sia finalmente scesa”.
In ogni caso per capire se ci sarà un lockdown per tutte le scuole dovremmo aspettare ancora qualche giorno. Il Presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro, ha dichiarato recentemente che, sul fronte scuola, la fascia più a rischio contagi è quella che va dai 14 ai 18 anni, ovvero gli studenti delle scuole superiori, che già fanno didattica a distanza. Una rassicurazione che spingerebbe, almeno allo stato attuale, a continuare a tenere le scuole aperte, salvo la stretta già decisa dall’ultimo Dpcm sulle zone rosse, con la scuola in presenza solo fino alla prima media.
Il Ministro Boccia intanto è contro il lockdown nazionale: «Un lockdown come quello di Marzo non ce lo avremo, non possiamo permettercelo. Non reggerebbe il Paese. Questo non esclude che facciamo dei lockdown rigorosi e territoriali come quelli che abbiamo già iniziato».
Per quanto riguarda le “nuove strette”, l’iter è questo: ieri l’arrivo e l’elaborazione dei nuovi dati dalle Regioni, oggi la procedura di valutazione che potrebbe portare ad altre aree «arancioni» o «rosse». La scelta resterebbe quella di lasciare che siano le ordinanze del ministro della Salute Roberto Speranza a imporre nuove strette nelle Regioni dove i dati del contagio siano peggiorati. Quanto alla possibilità di misure più restrittive, ad esempio sull’apertura dei negozi nel weekend, la decisione sarebbe rinviata alle ordinanze delle Regioni, che possono sempre adottare misure più rigorose di quelle nazionali del governo.
Nel frattempo alcuni sindaci hanno optato per la chiusura delle scuole (ultima notizia è la decisione di chiudere le scuole da parte del sindaco di Palermo).
Probabile che le prossime giornate saranno decisive e si arriverà a domenica con un nuovo Dpcm che porterà delle ulteriori restrizioni e degli importanti cambiamenti.
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Fonte: Orizzontescuola