La pandemia è stata più forte della determinazione della ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina a esporre 65 mila docenti precari con almeno tre anni di servizio al rischio di contagio pur di celebrare un esiguo concorso «straordinario» per 32 mila posti nelle scuole a partire dal primo settembre dell’anno prossimo. Il nuovo «Dpcm» del presidente del Consiglio Conte ha sospeso le prove fino al 3 dicembre. Erano iniziate il 22 ottobre scorso, mentre era già chiaro l’andamento al rialzo della curva epidemiologica del Covid. Avrebbero dovuto terminare il prossimo 16 novembre. A evidenziare l’importanza politica attribuita dal governo a questa singolare vicenda in corso da mesi con scontri nella maggioranza e con i sindacati, va ricordato che il «Dpcm» della settimana scorsa aveva disposto la sospensione di tutti i concorsi, tranne quelli per il personale medico e, appunto, per i precari della scuola. Pochi giorni dopo, il radicale cambio di rotta.
UNA SCONFESSIONE della linea seguita dal ministero, e dallo stesso governo: questo significa la prevedibile sospensione del concorso. Una decisione che crea una serie di incertezze su come proseguire un’iniziativa che non risolve il problema del precariato nella scuola; non affronta quello della riforma del reclutamento e esclude la stabilizzazione di chi lavora da più di 3 anni per la P.A. come richiesto dalla Commissione Europea… – continua a leggere il più ampio articolo pubblicato il 4 novembre 2020, cliccando su ilmanifesto.it (fonte notizia)