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Tfa Sostegno: Anief chiede l’apertura dei corsi a tutti

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Tfa Sostegno: Anief chiede ora l’apertura dei corsi a tutti.

Il nuovo Dpcm ha gettato nello sconforto moltissimi aspiranti docenti che in queste giorni si sono visti “sospendere” il concorso straordinario. Nel decreto firmato da Conte si prevede infatti la “sospensione dello svolgimento delle prove preselettive e scritte delle procedure concorsuali pubbliche e private e di quelle di abilitazione all’esercizio delle professioni, a esclusione dei casi in cui la valutazione dei candidati sia effettuata esclusivamente su basi curriculari ovvero in modalità telematica, ovvero in cui la commissione ritenga di procedere alla correzione delle prove scritte con collegamento da remoto, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario…”

Viene ora da chiedersi cosa ne sarà delle prove per l’accesso del V ciclo del Tfa Sostegno.
Molte Università hanno già espletato la prova preselettiva e la prova scritta provvederanno a effettuare la prova orale in modalità telematica.
Ma per tutte le altre, che ancora devono effettuare la prova scritta?

In attesa dei comunicati ufficiali da parte delle singole Università c’è comunque perplessità sull’effettiva partenza dei Tfa. Se si aspetterà la fine della pandemia si rischierà di fatto di non poterli concludere. Ricordiamo infatti che i corsi del Tfa Sostegno, la cui durata non può essere inferiore ad otto mesi, dovranno concludersi entro il mese di Luglio.

A questo punto, con il rinvio delle prove scritte nelle Università che non le hanno ancora effettuate, le possibili soluzioni sono due: proroga della scadenza della data di conclusione dei corsi e accorciamento della durata del corso. Ma in queste ore si sta vagliando una terza ipotesi, proposta dal Sindacato Anief, ovvero l’apertura ai corsi del Tfa sostegno a tutti.

Il Presidente Marcello Pacifico ha riferito ciò direttamente alla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, nel corso dell’ultimo incontro svolto sulle problematiche Covid e di inizio anno scolastico: “Proprio considerazione del numero di docenti specializzati nettamente inferiore rispetto al numero di assunzioni autorizzate – ha detto il sindacalista – occorre aprire il corso universitario specializzante in didattica speciale a tutto il personale che ha svolto 36 mesi di servizio e, comunque, a tutti gli insegnanti interessati, prevedendo il corso anche in modalità telematica con tirocinio da effettuarsi anche a distanza”.

Nel comunicato ufficiale Anief motiva la sua proposta citando i numeri: “In Italia mancano all’appello almeno 50 mila insegnanti specializzati nel sostegno. La quantità di precariato su sostegno non ha eguali: nella scuola si raggiunge in media il 20% di cattedre scoperte. I posti vacanti e disponibili di didattica speciale, rivolta ad alunni disabili, sono ormai oltre il 40% rispetto all’organico di diritto, con appena 101.164 docenti su 180 mila totali. Ma il dato ancora più sorprendente è che degli 80 mila supplenti annuali solo una parte minoritaria sono specializzati. E chi governa la scuola cosa fa? Invece di fare del tutto per assegnare alle classi e agli alunni disabili degli insegnanti con titoli adeguati, quindi che hanno svolto i corsi universitari ad hoc, si limita ad organizzare specializzazioni riservate ad un numero ristretto di candidati: appena un quarto delle cattedre libere“.

Una proposta quella dell’Anief che sembra di ora in ora acquistare consensi data la sospensione delle prove del Tfa avvenuta proprio dopo l’ultimo Dpcm. Senza l’apertura dei corsi il rischio è quello di trovarsi al nuovo anno con sempre meno docenti specializzati, con la quantità di iscritti con disabilità che, secondo Pacifico, “sale al ritmo di 8-10 mila in più l’anno”.

 

Fonte: Orizzonte Scuola

 

 

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