Con la nuova introduzione della Dad gli insegnanti lavorano a casa o a scuola?
Sono in molti a chiederselo dopo le ultime disposizioni del governo con il nuovo DPCM in vigore da venerdì che obbligano la didattica digitale integrata nelle superiori e nelle classi 2° e 3° delle medie. Al di fuori dunque di scuole d’infanzia, elementari e prima media, gli alunni resteranno a casa, ma gli insegnanti da dove lavoreranno?
Per rispondere dobbiamo tenere conto della nota ministeriale del 26 ottobre, in cui si evince che a parte la possibilità di attività in presenza per l’utilizzo dei laboratori e per l’attuazione dell’inclusione degli alunni con disabilità, può ancora sussistere la presenza degli insegnanti in istituto. Nella nota vi è scritto infatti: “Le istituzioni scolastiche continuano ad essere aperte, e in presenza, nell’istituzione scolastica, opera il personale docente e ATA, salvo i casi previsti al paragrafo 2”. Il paragrafo 2 fa riferimento al lavoro da casa per l’insegnante nei casi di quarantena o isolamento fiduciario. Non solo, la stessa nota specifica che per gli insegnanti non si applica la normativa in materia di lavoro agile e quindi neanche la procedura semplificata, ma “Le eccezioni alla predetta disposizione, pertanto, sono costituite dai casi in cui, su disposizione dell’autorità competente, sia imposta la sospensione delle attività didattiche in presenza ovvero e per l’appunto nel caso “di quarantena con sorveglianza attiva o d’isolamento domiciliare fiduciario”.
Un testo che non piace per nulla a molti docenti e che va in contraddizione con l’orientamento di svolgere da casa il lavoro ove è possibile farlo. E in effetti la scuola, una volta scelta la linea della dad, rientra in questa categoria.
Non si capisce insomma perché un insegnante debba uscire da casa, prendere magari mezzi di trasporto, imbattersi in rischi per la propria salute solo per entrare a fare lezione in un’aula vuota.
Fortunatamente la nota proseguiva con “La dirigenza scolastica comunque, in caso di necessità, può adottare particolari e differenti disposizioni organizzative”. In pratica molto dipenderà dalla volontà dei Dirigenti Scolastici, che potranno decidere di preservare usando il buon senso la salute dei propri docenti ed evitare di farli venire in classe.
È certo che questo discorso non vale per gli insegnanti di sostegno, poiché comunque anche in quelle che verranno classificate come zone rosse e in cui anche le classi del primo e del secondo anno delle medie andranno in Dad, la didattica potrà essere svolta in presenza per i ragazzi con disabilità e bisogni educativi speciali. In questo caso gli insegnanti, com’è giusto che sia, dovranno certamente lavorare da scuola.
Nella nota del Miur viene stabilito anche che: “Il personale docente è comunque tenuto al rispetto del proprio orario di servizio e alle prestazioni connesse all’esercizio della professione docente, e mantiene intatti i diritti sindacali, compresa la partecipazione alle assemblee sindacali durante l’orario di lavoro, che si potranno tenere con le stessa procedure con cui si svolgono le attività didattiche a distanza.”
Dunque per cercare di rispondere alla domanda “gli insegnanti lavorano a casa o a scuola?”, rispondiamo che mettendo insieme il nuovo DPCM e la nota del Miur del 26 ottobre possiamo dedurre che il docente può lavorare da casa se in quarantena o isolamento. Il Miur lascia in ogni caso al preside la possibilità di adottare particolari e differenti disposizioni organizzative.
A tal proposito possiamo immaginare che per le scuole in cui le attività in presenza saranno sospese al 100 percento anche gli insegnanti lavoreranno da casa salvo la necessità di sostegno da parte di alcuni studenti. Il Miur ha comunque annunciato che a breve, in merito al nuovo DPCM, sarà emanata una nota esplicativa che dovrebbe fare chiarezza anche sulla questione.
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