Il premier Conte temporeggia. Prima di pubblicare il nuovo Dpcm, le cui misure sono state presentate nella giornata del 2 novembre in Parlamento, il presidente del Consiglio vuole aspettare i dati dei contagi di domani, 3 novembre.
Conte vuole aspettare
Infatti, non dovrebbe tenersi nessuna riunione stasera tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione delle forze di maggioranza.
Salvo sorprese dell’ultimo minuto, il presidente del Consiglio, prima di adottare il nuovo Dpcm allo studio, vorrebbe infatti visionare i nuovi dati di domani e l’aggiornamento della curva epidemiologica da parte dell’Istituto superiore di sanità. Lo riferiscono all’Adnkronos qualificate fonti di governo.
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C’è anche da capire nello specifico come coniugare le misure nazionali previste dal prossimo Dpcm con quelle di natura territoriale: le forze politiche di maggioranza impegnano il governo “ad adottare misure nazionali che consentano di mitigare il più possibile la curva di crescita del contagio, anche al fine di alleviare il carico, già molto pesante, sul sistema sanitario nazionale” e “a intervenire in costante confronto con le Regioni” con “misure restrittive crescenti, adeguate all’evoluzione della pandemia, che siano ispirate ai principi di massima precauzione, di proporzionalità e di adeguatezza, sulla base di parametri oggettivi che consentano di non sottovalutare la severità e l’imprevedibilità della pandemia stessa, che continua a crescere con preoccupante rapidità“. E’ quanto si legge nella bozza della risoluzione di maggioranza, firmata dai capigruppo Crippa, Delrio, Boschi, Fornaro, Tabacci, Tasso, Gebhard.
Al momento sappiamo che sono previsti 3 scenari di rischio: una fascia riservata alle regioni a rischio alto, a rischio 4, con le misure più restrittive. Una seconda fascia, a rischio alto ma compatibile con lo scenario 3 con misure lievemente meno restrittive. Infine, la terza fascia che comprende le restanti regioni.
In questi scenari, si inseriranno probabilmente anche misure diverse per la scuola: è probabile che nei territori a rischio 4 si possano prevedere misure più drastiche.
Fonte: tecnicadellascuola.it