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Nuovo Dpcm: ora anche le medie a rischio chiusura

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Conte si arrende: dopo le superiori, ora sono anche le medie a rischio chiusura. Le ore che ci separano dal nuovo DPCM (si prevede in serata o per la giornata di domani) potrebbe contenere delle misure più restrittive per tutta Italia, con divieto di spostamento tra le regioni, didattica a distanza anche per le scuole medie e lockdown locale nelle zone con più contagi.

Sulle scuole in realtà sia il Premier che la Azzolina hanno più volte ribadito che “è fondamentale tenerle aperte finché possibile, perché è importante aiutare le fasce più deboli della popolazione. Tenere gli istituti aperti significa contrastare l’aumento delle disuguaglianze, tutelare gli studenti e le donne. Ci sono territori in cui la chiusura delle scuole è sinonimo di dispersione scolastica. E la dispersione scolastica equivale all’abbandono dei ragazzi”. Oltre al fattore sociale, c’è anche un fattore organizzativo: la chiusura delle scuole infatti metterebbe nuovamente in difficoltà le famiglie, con il Governo che dovrebbe tornare a prevedere bonus baby sitter e congedi parentali.

Motivazioni sacrosante, ma la realtà dei fatti è più forte e ci dice che la pressione del Covid-19, purtroppo, continua ad aumentare con quasi 32mila casi nelle ultime 24 ore. E Roberto Speranza lancia l’allarme affermando che “La curva dei contagi è terrificante: abbiamo 48 ore per provare a dare una stretta ulteriore”, anche perché ci sono ancora troppe persone in giro. E sulla scuola spiega che va la didattica in presenza va difesa il più possibile, ma in un contesto di epidemia “non è intangibile”.

Parole che dunque lasciano spazio ad una dad a distanza non solo per la scuola secondaria, ma anche per le medie a rischio chiusura. L‘ipotesi che circola in queste ore è che l’Italia potrebbe prendere d’esempio quanto già fatto da Germania e Francia chiudendo negozi e limitando gli spostamenti, ma non le scuole. A differenza di marzo e aprile, dovrebbero restare aperte nei luoghi più “tranquilli” e chiuse solo nelle città più contagiate.

Questa mattina i ministri Boccia e Speranza incontreranno le Regioni e nel pomeriggio Conte sarà impegnato prima in un vertice con i capi delegazione e poi con i capigruppo di maggioranza. Per andare incontro alle Regioni che hanno deciso di chiudere, la proposta è quella di prevedere una quota ampia di didattica a distanza anche alle scuole medie, preservando la didattica in presenza alla elementari. Anche scuole dell’infanzia e asili nido dovrebbero restare aperte.
Secondo altre indiscrezioni raccolte, il premier Giuseppe Conte avrebbe avanzato questa proposta agli altri partiti: “Scuola in presenza fino alla seconda media. Il resto in didattica a distanza”.

Allo stesso tempo potrebbe essere individuata una soglia di indice Rt oltre la quale i singoli territori potranno essere autorizzati a chiudere tutte le scuole, come pure a predisporre dei lockdown circoscritti. Proprio il Comitato Tecnico Scientifico sta riaggiornando l’elenco dei territori considerati più a rischio rispetto ai quali dovranno essere valutate nelle prossime ora misure più restrittive. Sembra inoltre prendere forza la possibilità di fermare gli spostamenti tra regioni, fatti salvi motivi di lavoro, salute e urgenza.

Nel frattempo è tornato anche a farsi sentire il Comitato “Priorità alla Scuola”, il quale si schiera apertamente con la ministra Lucia Azzolina: “pur consapevole della necessità di abbattere la curva dei contagi – scrive il Comitato, composto anche da un folto gruppo di genitori – deplora i provvedimenti che le Regioni stanno adottando, in ordine sparso, in merito alla chiusura e alla riduzione dei servizi educativi e delle scuole”.

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Fonte: https://www.orizzontescuola.it/

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