In vista del contenimento del contagio del virus SARS-CoV-2, si apprestano a tornare alla didattica a distanza ben due milioni di studenti delle scuole superiori, mentre gli alunni delle elementari e medie continueranno le lezioni in presenza.
“Tutti i bambini di elementari e medie avranno lezioni in presenza”, ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina nel corso del programma tv “Che tempo che fa” promettendo che in questo mese in cui gli studenti delle superiori saranno invece per tre quarti a casa si prenderanno provvedimenti per i traporti e tamponi che permetteranno di ridurre la quota di Dad”.
Il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio (Dpcm) prevede infatti che almeno il 75 per cento delle lezioni sia svolto a distanza.
“Didattica a distanza e in presenza non sono la stessa cosa”
Non c’è nessuno che difende troppo la didattica a distanza, e anche la viceministra Anna Ascani lo ammette.
I presidi hanno già iniziato a protestare: “le soluzioni rigide non sono funzionali, i singoli istituti devono poter decidere – attacca Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione presidi: “non si può con decreto imporre l’organizzazione dell’orario alle scuole, essendo questa una prerogativa autonomistica – si legge in una nota -. Ricordo che l’autonomia esiste proprio perché le scuole possano organizzare il servizio adattandolo alle esigenze del proprio bacino di utenza. Per questa ragione, lo ripeto, non ha senso obbligare tutto il territorio – nazionale, regionale ma anche provinciale – ad adottare la stessa organizzazione perché i bisogni delle famiglie e degli studenti sono diversi”.
Anche Giannelli pone l’accento sui bisogni degli alunni disabili e con difficoltà di apprendimento, che “per crescere e integrarsi hanno bisogno del contatto con i compagni: non basta dare loro la possibilità di seguire le lezioni a scuola, da soli, con l’insegnante di sostegno (quando c’è)”.
Il compromesso per non chiudere tutte le scuole
La nottata di trattativa tra governo e Regioni ieri mattina si è conclusa con un compromesso: il premier Giuseppe Conte ha ottenuto di poter dire di non aver chiuso del tutto le scuole superiori, le Regioni hanno ottenuto il via libera per arrivare anche fino al 100 per cento di lezioni a distanza, come avevano già previsto Lombardia, Campania e Sicilia. La formula della mediazione contenuta nel Decreto è: «le istituzioni scolastiche di secondo grado adottano forme flessibili nell’organizzazione dell’attività didattica incrementando il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari ad almeno il 75 per cento dell’attività». Oltre alle lezioni a distanza i presidi dovranno organizzare gli ingressi non prima delle 9 e potranno ricorrere anche a turni pomeridiani”.
Fontehttps://www.voglioinsegnare.it/articoli/decreto-covid-scuola-a-casa-due-milioni-studenti-superiori