Torna l’ombra della chiusura scuole. Nonostante il Premier Giuseppe Conte e la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina continuino a ribadire che “le scuole sono il luogo più sicuro” e che “la chiusura degli istituti non è la soluzione migliore”, secondo le notizie odierne molti Presidenti di Regione nei prossimi giorni potrebbero seguire l’esempio della Campania.
Secondo l’ultimo bollettino della Protezione Civile sono quasi 9.000 i casi che si sono registrati in un giorno. Dati in costante crescita che potrebbero portare il Governo a varare un nuovo DPCM contenente ulteriori misure restrittive con Didattica a Distanza per le scuole superiori e la chiusura degli istituti situati nelle regioni più a rischio.
Nonostante le smentite ufficiali da un virgolettato attribuito dal Fatto Quotidiano a una fonte di governo e ripreso anche da Today.it si evince che: “Se nei prossimi giorni i nuovi contagi schizzassero a 15/20 mila al giorno un altro Dpcm con una sorta di coprifuoco sarà preso in considerazione. Per scongiurare questo scenario, entro due settimane le ultime misure dovranno aver dato frutti”.
A parlare di restrizioni orarie delle libertà sono anche il Corriere della Sera, che segnala anche un possibile provvedimento per la chiusura dei locali pubblici alle 22, e il Giornale, che lo annuncia per le ore 21 in tutta Italia.
Ricapitolando, le misure di sicurezza che emergono in queste ore come ipotesi prese in seria considerazione dall’esecutivo sono:
- il coprifuoco in tutta Italia alle ore 21 o alle ore 22 e la chiusura dei locali pubblici alle 22;
- la Didattica a Distanza nelle scuole superiori (proposta dalle Regioni già per il Dpcm 13 ottobre);
- la chiusura delle scuole nelle regioni a rischio.
Voci di corridoio o concreta realtà?
Al momento gli occhi sono puntati principalmente sulla Lombardia, la regione che sta registrando il maggior numero di casi. Il Presidente Attilio Fontana afferma che al momento non si sta pensando a nuovi lockdown e si proseguirà sulla linea già tracciata dall’ultimo DPCM.
Tra le misure da attuare subito invece vi è la differenziazione degli orari di ingresso: “Abbiamo parlato con il ministro Azzolina della didattica a distanza e ha dichiarato di essere contraria – afferma Fontana – ma invece è disponibile a prevedere una differenziazione degli orari di ingresso e di inizio delle singole lezioni, per fare in modo che non ci siano dei picchi. Non abbiamo chiesto formalmente la didattica a distanza, l’avevamo chiesta come Regioni. Però ora siamo più interessati ad ascoltare questo discorso sulla differenziazione degli orari”.
Oltre alla chiusura scuole, si parla anche molto dei concorsi, che a breve vedranno impegnati oltre 60mila docenti. In particolare a far parlare è quello straordinario, in partenza già dalla prossima settimana. Molti docenti hanno paura di spostarsi e secondo molti politici dell’opposizione e diversi sindacati non è una scelta saggia avviare i concorsi in piena pandemia. In particolare a protestare contro l’avvio dei concorsi sono Cgil FLC, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal e Gilda degli Insegnanti, che qualche giorno fa Benevento hanno consegnato un documento unitario al prefetto per chiedere al Governo di bloccare lo svolgimento delle prove.
La richiesta è quella di stabilizzare i docenti con tre anni di servizio e gli specializzati su sostegno tramite prova orale e valutazione dei titoli per garantire in tempi brevi e certi la copertura delle cattedre e continuità didattica ed evitare il rischio di contagio da coronavirus nonché l’esclusione dei docenti in quarantena dal concorso in presenza.
L’ultimo punto è anche quello che più ha fatto arrabbiare molti docenti malati, poiché non essendo prevista una prova suppletiva, gli viene negata in pratica ogni possibilità di partecipare.
Pino Turi, segretario generale della Uil, definisce il concorso inutile e dannoso, nonché una “insensata sfida della Azzolina nei confronti dei politici di opposizione e di maggioranza, degli scienziati, dei sindacati e del buon senso”.
Sulla stessa linea Marcello Pacifico, Presidente di Anief, dichiara che “Non ha senso svolgere i concorsi adesso. Bisogna fare una prova per titoli e servizi. Ed è inoltre impensabile che un docente in quarantena o sottoposto a isolamento fiduciario non possa sottoporsi alle prove scritte del Concorso Straordinario”.
Sul possibile annullamento del concorso straordinario sono importanti le parole di Camilla Sgambato, responsabile scuola Pd: “Siamo di fronte al riattivarsi drammatico dell’emergenza sanitaria e bisogna mettere al centro la sicurezza dei cittadini. Alcune regioni stanno in questi giorni decidendo di chiudere le scuole in via precauzionale. Pertanto lo svolgimento di concorsi in questa fase di aumenti esponenziali della curva del contagio da Covid, espone a rischi enormi non solo i partecipanti al concorso, ma anche il personale dei plessi scolastici che dovrebbero ospitarli per l’espletamento delle prove. Non si può non prendere atto che siamo di fronte alla stessa, se non peggiore, situazione di quando il concorso fu rinviato. E dunque riflettere sulla necessità di spostarlo a tempi migliori sotto il profilo sanitario ci sembra la cosa più opportuna da fare. Invitiamo il Governo ad una rapida riflessione in tal senso”.
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