Nonostante le rassicurazioni della Azzolina di qualche giorno fa, nel nuovo Dpcm che entrerà in vigore in merito alle nuove norme di sicurezza vi è anche spazio per la scuola.
Cosa cambia rispetto al vecchio decreto?
Principalmente nel nuovo Dpcm si rafforza l’uso della mascherina. D’ora in poi sarà obbligatorio indossarla anche all’aperto. Dunque anche gli alunni dovranno adeguarsi ed indossarla durante gli ingressi e le uscite. All’interno dell’istituto invece nulla cambia, dato che l’uso delle mascherine rimarrà obbligatorio da seduti quando non è garantito il metro di distanza ed in movimento.
Vietate le gite scolastiche
Nel nuovo Dpcm viene confermato lo stop (già inserito nello scorso anno) alle gite scolastiche. Niente viaggi d’istruzione, gemellaggi e attività didattiche fuori sede finché la situazione non migliorerà.
Didattica a distanza per le superiori?
Il vero punto sulla quale si sta dibattendo maggiormente riguarda il ritorno della DAD per le scuole superiori di secondo grado. La maggior parte di esse la sta già facendo in forma complementare alle lezioni in presenza. Una soluzione obbligata, poiché senza DAD sarebbe stato impossibile far stare tutti gli studenti in classe rispettando le norme sul distanziamento. Alcuni istituti hanno optato per la divisione delle classi in due gruppi (una metà va a scuola, l’altra segue le lezioni da casa), altri istituti invece fanno andare gli alunni in sede a settimane o a giornate alterne.
Una soluzione, quella della DAD, che non piace alla Ministra Azzolina, che si è battuta per riportare tutti nuovamente in classe e che ribadisce ancora una volta che “la scuola è il luogo più sicuro”. I dati però parlano ora di un costante aumento dei contagi e la decisione a questo punto potrebbe spettare alle Regioni.
A tal proposito il Presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, dopo un confronto con gli altri presidenti avvenuto ieri, propone di riportare la completa DAD almeno per le superiori.
Motivazione principale sta nei troppi rischi legati al sistema dei trasporti pubblici, i mezzi principali utilizzati dagli studenti più grandi (a differenza di quelli più piccoli che in genere si muovono a piedi o in macchina accompagnati dai genitori).
Per il momento il governo ha solamente preso atto del progetto rinviando la valutazione.
A questo punto partirà nei prossimi giorni lo scontro tra Governo e Regioni e i docenti staranno alla finestra per seguire la vicenda e capire chi avrà la meglio. Se è vero che sicuramente la DAD riduce l’assembramento all’interno di bus, treni e tram, dall’altro è anche vero che aumenta di molto la disparità e la dispersione scolastica. Da tenere in considerazione c’è sempre inoltre la situazione degli invalidi e degli alunni con bes, che hanno bisogno più degli altri di fare attività in presenza.
Fonte: https://www.corriere.it/
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