Il caos delle cattedre scoperte a Milano sta per diventare argomento di discussione persino in Parlamento. Ormai i social sono pieni di lamentele e critiche da parte di insegnanti ed iscritti alla GPS che attendono da settimane una collocazione.
Negli scorsi giorni abbiamo parlato dell’incredibile situazione che si sta venendo a creare con la piattaforma Si.ge.co. (il sito dove si visualizzano le convocazioni telematiche dei docenti iscritti nelle GPS) che come un interruttore mal funzionante si “spegne” e si “riaccende” a proprio piacimento, saltando tra l’altro numeri senza un apparente criterio logico.
L’Ufficio Scolastico Territoriale spiega di essere arrivato a oltre 6.500 nomine su 10 mila, ma sono ancora migliaia le cattedre scoperte a Milano. Lo stesso Ust di Milano conta di assumere tutti i docenti dell’insegnamento comune entro domenica 11 ottobre per poi passare alle assunzioni degli insegnanti del sostegno. Tuttavia, il ritardo è evidente tanto è vero che i presidi, per riuscire a fare il tempo pieno nelle scuole, stanno usando anche le graduatorie di istituto o le auto-candidature.
E presto la questione sarà discussa anche in Parlamento, con una interrogazione che il portavoce nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, presenterà al ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Notizia ha però scatenato polemiche perché il responsabile dell’ufficio scolastico milanese è tornato ad essere Marco Bussetti, predecessore proprio della Azzolina ai tempi del governo Lega-5 Stelle.
«Bussetti deve rispondere dei disservizi continui e del caos, che non possono essere addebitati, come è stato fatto, sulle spalle dei funzionari e del personale dell’ufficio – ha attaccato Fratoianni – A tal proposito presenteremo nelle prossime ore un’interrogazione in Parlamento alla ministra dell’istruzione affinché siano presi tutti i necessari provvedimenti perché la situazione sia portata alla normalità al più presto».
E ieri dalla sua pagina Facebook, è arrivata la risposta proprio di Marco Bussetti: “I colpevoli? non cercateli a Milano – titolava il lungo post – Sono molto dispiaciuto e non nascondo il mio disappunto davanti all’ennesimo attacco. Mi sembra ormai più che evidente come certe prese di posizione siano solo strumentali. Gran parte degli Uffici territoriali si trovano nella nostra stessa situazione, sebbene siano stati chiamati a gestire un decimo delle posizioni su cui io e il mio ufficio stiamo lavorando”.
Per Bussetti il caos generato dai ritardi e gli errori delle nomine va attribuito a Sigeco: “Di fatto, i problemi legati alle graduatorie non sono ascrivibili a me e tanto meno a degli eventuali inadempimenti del mio Ufficio, semmai esclusivamente a scelte dell’amministrazione centrale, che ha deciso di attribuire agli Uffici Territoriali l’elaborazione delle graduatorie, introducendo però un software non adeguato, come evidenziato ormai da tutti. Le scadenze di cui all’Ordinanza ministeriale 60/2020 sono state poste nella certezza che il sistema ministeriale ed il relativo software avrebbero funzionato e che sarebbe bastato ‘schiacciare un tasto’. Purtroppo, proprio quel software non ha funzionato a dovere, dando luogo, da un lato, a migliaia di inserimenti in GPS, ma ad altrettanti successivi reclami e ricorsi, che hanno imposto la necessità di riesaminare ‘a mano’ pressoché tutte le istanze di inserimento”.
Una dichiarazione che non sembra trovare riscontro però proprio nella home page della stessa piattaforma, dove si dichiara che il lavoro del software è limitato alla sola assistenza tecnica: “Le operazioni di nomina sono svolte in autonomia da funzionari UST, ciascuno con i propri metodi e tempi; noi non sappiamo quali siano. UST decide in autonomia in merito alla pubblicazione ed aggiornamento dei dati. Modalità, tempi di aggiornamento e contenuti non dipendono da noi”.
Bussetti continua a difendersi poi addossando parte delle colpe al personale Ata, secondo lui non ancora formato e disponibile a procedere alla valutazione e validazione di migliaia di domande. Poi nomina i sindacati: “Il mio Ufficio si è immediatamente attivato e ha lavorato giorno e notte, compresi alcuni giorni festivi, per sopperire ai vari rallentamenti. Un lavoro intenso e non semplice che è stato apprezzato anche dai sindacati di settore, tant’è che, a seguito della diffida del 25 settembre scorso a firma della FLC- CGIL, UIL SCUOLA, GILDA UNAMS, quest’ultima organizzazione ha fatto marcia indietro allineandosi invece a CISL e SNALS scuola, che hanno ben compreso le difficoltà oggettive del processo in atto, non affatto ascrivibili al mio Ufficio”.
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