Non cambiano le misure anticovid a scuola anche con le nuove misure approvate dal consiglio dei ministri presieduto da Conte in cui è stato deciso, tra l’altro, di introdurre da subito l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto. Lo ha chiarito la Ministra Azzolina, in un’intervista nel tg di Mentana su La 7, in cui ha affrontato diverse questioni riguardanti i protocolli di sicurezza e l’utilizzo della mascherina a scuola, l’organizzazione del concorso straordinario dei docenti e la selezione e remunerazione dei docenti.
Questa la trascrizione integrale dell’intervista per ognuna delle tematiche affrontate:
Obbligo delle mascherine a scuola
Mentana: Buonasera Ministra dell’Istruzione, come sappiamo il tema della scuola è anzitutto uno dei temi che si toccano anche con la nuova misura che è stata scelta da voi perché il motivo per cui in maniera del tutto inedita mi rivolgo a lei con la mascherina. Che cosa succede a scuola ? Perché abbiamo sentito le parole di Conte, abbiamo sentito sempre comunque e ovunque la mascherina salvo i bambini sotto i 6 anni, ma a scuola bisognerà stare tutti con la mascherina ?
Azzolina: a scuola le regole non cambiano. Noi abbiamo dei protocolli e delle linee guida che abbiamo scritto quest’estate così come non cambiano nelle attività produttive. Oggi abbiamo normato quello che non era stato normato prima. A scuola, per ribadirlo, se uno studente è seduto quindi in situazione di staticità, ad un metro di distanza, può abbassare la mascherina, se vuole abbassarla, se vuole tenerla ovviamente può tenerla. In tutte le situazioni di dinamicità, quindi immaginiamo lo studente che si alza per andare in bagno, che si muove nella classe, che va alla macchinetta a prende qualcosa da mangiare, lì la mascherina va tenuta. Chiaramente quando si mangia ovviamente si abbassa.
Mentana: Ritiene che sia fattibile, facile e soprattutto sono già state diramate istruzione in tal senso o studenti e professori la apprendono in questo momento da lei ?
Azzolina: io devo dire che ho molto visitato le scuole nelle ultime settimane e posso dire che nelle scuole queste regole ovviamente si utilizzano già perché i protocolli sono di quest’estate con grande responsabilità. Le immagini che nella giornata di uno studente che è fatta di 24 ore, le 4, 5 o 6 ore che si passano a scuola, in questo momento rappresentano proprio il luogo più sicuro perché queste regole ci sono da settimana. Io sono più preoccupata per quello che avveniva fuori dalle scuole, per le scene che ho visto fuori dalle scuole. La scuola in questo momento è un ambiente molto protetto. Adesso con queste regole che ci siamo dati stamattina, nel decreto, anche fuori dalle scuole, con l’uso della mascherina quando non si è a meno di un metro di distanza e via dicendo ci sarà sicuramente più protezione anche fuori dalle scuole.
Organizzazione e sicurezza anti-covid del concorso
Mentana: Ministra, lo sa che c’è una problema che la riguarda, il rapporto con i sindacati e il rapporto con le organizzazioni dei precari. C’è un agitazione qualcuno lo chiama sciopero. Qual è il problema ? Il problema è il concorso.
Azzolina: Ci sono due aspetti da spiegare. Il primo è la qualità dell’Istruzione, l’altro la sicurezza di questo concorso. Partiamo dal primo. Non può bastare allo Stato dire deve esistere l’istruzione in un paese. L’ istruzione deve essere buona, l’istruzione deve essere di qualità, anche meritocratica con selezione all’ingresso degli insegnanti. Per anni non sono stati fatti concorsi in questo Paese, questo ha generato precariato. Si vogliono insegnanti stabili adesso, ebbene il concorso si sarebbe potuto fare anche quest’estate, si è trovato un accordo diverso nella maggioranza.
Mentana: Lei lo avrebbe voluto fare già questa estate, la linea opposta era quella di dire non facciamo i concorso e stabilizziamo i precari.
Azzolina: non sono precari storici, i precari storici sono quelli delle graduatorie ad esaurimento, ma non voglio entrare adesso qui nel tecnicismo dico solo una cosa: le famiglia ci chiedono insegnanti preparati, i docenti ci chiedono di fare il concorso, sennò poi Direttore mi perdoni non lamentiamoci quanto i dati ocse-pisa ci dicono che i nostri studenti hanno tante difficoltà nelle competenze. Vede fare l’insegnante non è meno importante che fare il chirurgo. Il chirurgo se fa un errore ti toglie la vita subito, l’insegnante è un mestiere delicatissimo perché puoi costruire il futuro degli studenti e questa è la prima parte: la qualità dell’Istruzione che l’ Italia ha il diritto di rivendicare.
La seconda parte riguarda la sicurezza, le immagini che ho visto, questi poli fieristici dove si fanno i concorsi, non sono reali rispetto al concorso che faremo noi, perché noi abbiamo delle procedure dei protocolli di sicurezza rigidi. Avremo 10 candidati per aula, igienizzanti, guanti, distanziamento più di un metro. Se pensiamo che a settembre sono stati fatti i test di medicina per 70.000 studenti circa tutti in un giorno, noi questo concorso lo distribuiamo nel tempo, si parte il 22 di ottobre si finisce a metà novembre, avremo più di 20.000 aule a disposizione. Quindi sarà un concorso che verrà fatto nel pieno rispetto dei protocolli di sicurezza.
Mentana: non ci saranno ricadute per la attività ordinaria? Perché molti candidati insegnano.
Azzolina: Ma la prova è 150 minuti e si fa anche in orario pomeridiano. Noi abbiamo bisogno, per garantire al paese Italia, una qualità degli insegnanti. I concorsi vanno fatti regolarmente come si fanno in tanti altri paesi.
Età media dei docenti e stipendi bassi
Mentana: Un’ultima domanda, ci sono due graduatorie in cui l’Italia è sbilanciata sugli insegnanti: sono i meno pagati e quelli con l’età media più alta. Questi concorsi purtroppo però non risolvono questi due problemi storici.
Azzolina: Il secondo si. I concorsi sono due, lo straordinario per chi ha 36 mesi di servizio e l’ordinario per tutti gli altri. Sa quante domande abbiamo ricevuto per tutti gli altri ? 500 mila ! Sono giovani neolaureati che vogliono mettersi in gioco, vogliono entrare nel mondo della scuola. Fare l’insegnante è una scelta non deve essere un ripiego, quindi abbiamo bisogno di giovani. Per quanto riguarda gli stipendi, è evidente che a parte quello che abbiamo già fatto con il cuneo fiscale quest’estate, bisogna agire per pensare che se tu vuoi degli insegnanti di qualità poi devi essere disposto anche a pagare di più. Il baratto che c’è stato, prendiamo un po’ tutti, ma lasciamo lo stipendio basso, non può più sussistere se vogliamo veramente un’istruzione seria nel Paese.