Legittimo il divieto di avvicinarsi alla vittima della persecuzione anche se questo vuol dire non poter frequentare il luogo di lavoro. Misura dunque giustificata anche nel caso di colleghi…
L’obbligo per lo stalker di tenersi a distanza dalla vittima vale sempre, anche quando la misura sembra entrare in conflitto con un diritto garantito dalla Costituzione come quello al lavoro. E il fatto che il persecutore sia un collega non impedisce di applicare la misura cautelare.
Spetta poi al giudice di merito cautelare vedere se esiste una modalità alternativa, compatibile con la restrizione in atto, che consenta allo stalker di svolgere comunque la sua attività… – Questo è quanto si legge nel più ampio articolo del 3 ottobre 2020, pubblicato da il24ore.com (fonte notizia).