Dirigente non può imporre corsi di formazione obbligatori, rientrano nelle 40 ore del C.d.D. – di Libero Tassella S.B.C.
Non si può imporre ai docenti da parte del D.S.insieme al suo staff e alle funzioni strumentali per la formazione un aggiornamento obbligatorio che non sia quello previsto nel piano di formazione della singola scuola, coerente al Ptof triennale non c’è un tetto di ore, come ha precisato tempo fa il Miur, tipo 25 ore in un anno scolastico, oppure 100 ore nel triennio, ma solo per il numero di ore deliberato dal collegio dei docenti.
Corsi di formazione, cosa c’è da sapere
Quindi attenti a ciò che deliberate nel C.d.D. e a quello viene verbalizzato.
Se si delibera l’aggiornamento ed esso diventa obbligatorio per il numero di ore stabilito non dal DS, non dal suo staff, bensì, lo ribadiamo, dal Collegio dei docenti, non può non rientrare nelle attività funzionali all’insegnamento previste dal Contratto 2016/18 art.29, 40 ore per collegio, essendo le altre 40 dedicate ai consigli di classe e/o di interclasse.
Se si sforano le 40 ore, ii docenti dovranno per iscritto pretendere il pagamento delle ore eccedenti nella misura prevista dal contratto per le attività funzionali all’insegnamento, 17.50 euro lordi.
S.B.C. Scuola Bene Comune, non crede agli aggiornamenti oggi proposti/imposti nelle scuole ai Collegi dei docenti e ricorda ai docenti che ancora si può optare per l’autoaggiornamento sulle tematiche inerenti il piano, relazionando al Collegio dei docenti.
Questo obbligo/indottrinamento introdotto funzionalmente dalla legge 107/2015 per gli insegnanti, ora va sicuramente abolito, e ripristinato il diritto/dovere alla formazione ante Legge 107, mai cancellato dal contratto nazionale di lavoro, neppure dall’ultimo contratto dell’aprile 2018 e stabilire a livello di Contratto integrativo nazionale e regionale sulla formazione varie opzioni di aggiornamento e autoaggiornamento.
L’aggiornamento per gruppo classe , ad esempio, è preferibile, rispetto a quello per scuola o peggio per reti di scuole, bisognerebbe, a nostro avviso, recuperare l’aggiornamento metodologico e soprattutto disciplinare, fatto a livello universitario a fronte di quello, per noi deleterio su competenze e progettazione per unità didattiche (U.D.A.).
Ricordiamo sempre che siamo professionisti dell’ istruzione, esperti nella didattica e nelle discipline di insegnamento non siamo psicologi, pedagogisti, assistenti sociali, animatori e badanti.
Fonte: OggiScuola