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Tamponi rapidi nelle scuole: c’è l’ok del CTS

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E’ arrivato oggi il benestare da parte del Comitato tecnico scientifico per i tamponi rapidi nelle scuole. L’accordo di massima è arrivato durante la riunione sulla bozza della circolare presentata dal ministero della Salute in cui si prevede per gli alunni la sola attività di screening contro il covid-19.

La nota recita che “ai fini esclusivi di screening è possibile utilizzare i test antigenici” negli istituti.
Il test, già tra l’altro in uso nel Lazio in via sperimentale, si effettua attraverso dei cotton-fioc che vengono messi a contatto con la saliva del soggetto.
I risultati si ottengono dopo l’analisi effettuata da un’apparecchiatura portatile in appena venti, trenta minuti.

Un metodo che sostituisce il tampone solo in caso di negatività garantendo costi decisamente più contenuti e che secondo gli esperti e affidabile e preciso.
Non lo sostituisce invece in caso di positività. In questo caso bisognerà sottoporsi al tampone molecolare per avere la diagnosi definitiva.

Con questa decisione il Cts conferma quindi che i tamponi rapidi, fatti con test “antigenici” hanno un’attendibilità sufficientemente elevata per essere impiegati in più contesti. Finora, infatti, sono stati utilizzati solo negli aeroporti come primo “filtro” ai turisti in arrivo da Paesi considerati a rischio.

Ad aprire sull’uso dei tamponi rapidi era stato Roberto Speranza, ministro della Salute, al termine della sua audizione al Senato in commissione Sanità: “Per l’arrivo di vaccini e cure efficaci serviranno ancora mesi, ma settimana dopo settimana ne abbiamo di migliori e più rapidi. Stiamo iniziando ad usarli, come abbiamo fatto negli aeroporti e ci sono numeri significativi sull’affidabilità. Stiamo pensando di estenderne l’uso anche in altre sedi, come nelle scuole”.

Ed in effetti ci sono Regioni che hanno già scritto protocolli dove si prevede l’ingresso dei medici della Asl a scuola e lo Spallanzani di Roma si dice pronto a condurre una sperimentazione su 800mila studenti, mentre il Commissario all’emergenza Domenico Arcuri ha lanciato una richiesta pubblica di offerta per 5 milioni di kit.

Proprio Francesco Vaia, direttore dello Spallanzani, ha dichiarato che il tampone salivare è “meno invasivo” rispetto a quello nasofaringeo antigenico e “anche il bambino più piccolo può farlo”. Poi, nel caso di sospetta positività, “segue la conferma con il test molecolare, ma non va rifatto un altro prelievo del campione. Si usa il precedente”.

 

Fonte: https://www.tgcom24.mediaset.it/

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