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Scuola. Ma non è meglio indossare sempre la mascherina, quando si va e si è a scuola?

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CATANIA – Probabilmente siamo ancora in tempo, ma tra non molto potrebbe essere già troppo tardi, soprattutto in molte scuole del nord dove a causa di un fisiologico calo di temperature non potrà essere più possibile, per esempio, poter tenere le finestre delle aule aperte. E cosà accadrà quando sarà il momento in cui inizierà l’attesa stagione della tosse e degli starnuti? Stando alle indicazioni del Ministero della Salute, la mascherina si deve indossare all’ingresso a scuola, sulle scale, nei corridoi, durante l’intervallo, per andare al bagno e da fermi in tutte le occasioni in cui il distanziamento di un metro non è possibile.

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Il Comitato Tecnico Scientifico fa una distinzione fra grandi e piccoli. Per i bambini della scuola elementare togliere la mascherina al banco ha un valore anche didattico: “Per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale la mascherina può essere rimossa in condizione di staticità (bambini seduti al banco) con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (come il canto)”. Per gli studenti delle medie e superiori invece la mascherina al banco non è richiesta almeno finché dura l’attuale “situazione epidemiologica di bassa circolazione virale”.

Intanto si fa sempre più forte, da parte di genitori ma anche d operatori che lavorano nel mondo della scuola, ricorre già da adesso a un rimedio immediato che potrebbe essere quello, da parte del Ministero dell’Istruzione, di imporre l’obbligo a tutta la popolazione scolastica l’uso cautelativo delle mascherine, anche quando gli alunni e gli studenti stanno seduti al proprio banco. Anche se la Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha precisato che “la mascherina non va messa in classe, ma per il resto del tempo a scuola”, chiedendo nel contempo agli studenti di rispettare le regole di sicurezza imposte dall’emergenza sanitaria: “Lo so che è fastidioso tenere la mascherina, però serve per garantire la vostra salute e quella dei vostri genitori e dei vostri nonni”.

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A proposito di mascherine, quelle consegnate fino a oggi alle scuole italiane sarebbero oltre 200 milioni. La stessa Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ne ha parlato in un post su Facebook, dove ha lanciato anche un appello: “So che alcune scuole, anche se le mascherine sono arrivate, hanno chiesto alle famiglie di comprarne altre, per paura che finiscano. Non ce n’è bisogno. Il Commissario Arcuri ha spiegato che le mascherine verranno rifornite alle scuole (come si evince dal numero in aumento sul sito) periodicamente. L’Italia è l’unico Paese che fornisce e fornirà, gratuitamente, a tutte le scuole, le mascherine per studentesse, studenti e personale scolastico. Aiutateci a diffondere questo messaggio per informare correttamente tutte le famiglie”.

Ma ciò basta? In molti ci si chiede: perché correre ai ripari all’ultimo momento, quando ancora c’è tutto il tempo necessario per prevenire scenari che nel mondo della scuola potrebbero portare a una sua eventuale chiusura e quindi alla deprecabile interruzione delle lezioni, dell’erogazione dell’istruzione e della formazione? Non sarebbe giusto dare voce a quegli esperti che ritengono necessario adottare già quegli accorgimenti tali da scongiurare situazioni inverosimili? E uno strumento utile per arginare il contagio è proprio la mascherina, tanto che gli esperti della Salute non perdono occasione per invitare “gli alunni” ad indossarla, eccezion fatta per i minori di sei anni e per gli alunni disabili la cui condizione rende impossibile l’uso di questo dispositivo di protezione.

Il Comitato Tecnico Scientifico che si occupa di questa pandemia consiglia quella chirurgica, visto che il Governo ne distribuirà undici milioni al giorno alle scuole. Ma a quanto pare non ha voluto imporne l’obbligo per alcuni motivi, il primo dei quali è che se per caso la scuola non dovesse averne per tutti, l’acquisto in farmacia sarebbe a carico dei genitori; un secondo motivo fa riferimento alla didattica e all’aspetto psicologico, consigliando di utilizzare anche quelle di stoffa che fungono da barriera, specie per i bambini più piccoli per i quali è più adatto l’uso di mascherine colorate e leggere, non quelle dei dispositivi ospedalieri. Per i bambini dei nidi e delle scuole dell’infanzia la mascherina non è prevista. Per gli studenti delle medie e superiori  la mascherina al banco non è richiesta almeno finché dura l’attuale “situazione epidemiologica di bassa circolazione virale”.

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Saranno invece gli operatori e gli insegnanti a poter indossare ulteriori dispositivi come la visiera e i guanti nelle situazioni di maggior rischio. Il Comitato Tecnico Scientifico sta intanto valutando la possibilità di dotare gli insegnanti di mascherine trasparenti che rendano visibile il viso e la bocca e che aiuterebbero l’interazione con i più piccoli. Per insegnanti e personale ausiliario e di segreteria è previsto l’uso della mascherina chirurgica, in quanto si tratta di persone soggette alle regole per la prevenzione dei lavoratori della pubblica amministrazione. La mascherina va cambiata ogni quattro ore. Alla cattedra, durante la spiegazione, l’insegnante può toglierla, anche per favorire la comunicazione con gli studenti. Per questo è stata data indicazione di lasciare tra cattedra e primo banco uno spazio che è il doppio rispetto alla distanza di sicurezza tra i banchi: l’insegnante non dovrebbe correre particolari rischi, avendo gli studenti distanti almeno due metri da essa.   Salvo Cona

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