È la solitudine dei numeri uno. Lavorano sostanzialmente ignorati, spesso considerati semplici contabili della didattica (qualcuno lo è sul serio) o diligenti burocrati anzichè manager dell’istruzione. La prof di italiano o di filosofia è sempre più protagonista di loro. Soli prima, più soli ancora oggi nella turbolenza della ripresa scolastica mentre il maledetto virus rialza la testa.
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Eccoli qua, sono i presidi, i dirigenti scolastici, combattenti per caso passati repentinamente dalle retrovie alla prima linea di una riorganizzazione avviata nel caos, fra spazi insufficienti, fantastici banchi con le ruote e linee guida ministeriali con più lacune che indicazioni…
Quando si svegliano al mattino sanno che la giornata si avvia verso un fronte di grane risolvibili perlopiù con la fantasia e attraverso vie secondarie. I casi sospetti sono un incubo. Poi ci sono le certificazioni per la riammissione alle lezioni, i sintomi che potrebbero essere confusi col virus, i vuoti giuridici sugli insegnanti in quarantena… – Questo è quanto si legge nel più ampio articolo del 27 settembre 2020, pubblicato da quotidiano.net (fonte notizia).
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