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Scuola: luci e ombre su questo “particolare” inizio di anno scolastico, tra contagi e concorsi

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CATANIA – Mentre non mancano i problemi per molte scuole che sono state costrette a fermare le attività dopo nuovi casi di contagio oggi si apprende che inizierà giovedì 22 ottobre il concorso straordinario per ben 32 mila docenti delle scuole medie inferiori e superiori, che abbiano almeno tre anni di servizio. Le prove andranno avanti almeno fino a metà novembre.

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Espletato questo concorso, seguirà quello che riguarda i docenti ordinari per le scuole dell’infanzia e primaria, per le scuole secondarie di primo e secondo grado, per un totale complessivo di altre 46 mila cattedre. Tutto ciò allo scopo di ultimare la fase preselettiva entro questo 2020. Il concorso, la cui data andrà in Gazzetta Ufficiale domani, martedì 29 settembre, arriva a scuola iniziata e non servirà per definire di ruolo gli insegnanti precari: questo succederà in maniera retroattiva, ma dal prossimo anno (2021) per tutti coloro che supereranno il concorso; infatti, a tutti i vincitori sarà riconosciuta la decorrenza giuridica del rapporto di lavoro dal primo settembre 2020.

Nel frattempo, mentre si cercano le soluzioni per svolgere il concorso rispettando le normative sanitarie in vigore e si cercano aule informatiche nelle scuole per permettere il distanziamento sociale, da nord a sud i problemi non mancando per molte scuole che, nonostante abbiano aperto i battenti lo scorso 14 settembre, sono state costrette alla sospensione delle attività didattiche, alla luce di casi di positività al Covid-19 tra gli alunni o tra il personale scolastico. Per non parlare di quei sindaci che nei propri Comuni amministrati sono stati costretti a posticipare l’inizio del nuovo anno scolastico a causa della mancata nomina dei supplenti, del ritardo nell’arrivo dei banchi, delle difficoltà nel reperire nuovi spazi e per eseguire test sierologici al personale.

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Intanto in alcune scuole si cominciano a provare i test rapidi ad alunni e docenti, come successo ad Anguillara, un Comune alle porte della capitale, ma che sarà ripetuto pure in altri istituti scolastici del Lazio.

E c’è già chi, come il presidente della Federazione italiana Medici Pediatri (Fimp) Paolo Biasci, lancia l’allarme sul sistema organizzativo dei tamponi per rilevare l’eventuale positività al Coronavirus degli studenti che, secondo lui, “non sta funzionando: i tempi tra la richiesta del tampone da parte del pediatra e l’arrivo del risultati sono troppo lunghi, in media 5 giorni. Questo denota un deficit organizzativo grave ed il rischio è che si blocchi il Paese”. Salvo Cona

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