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Call veloce: opportunità o flop?

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La Call veloce funziona o no?
Sono molti a porsi questa domanda all’inizio di questo particolare anno scolastico, in cui a tenere banco oltre alle nuove normative sulla sicurezza degli alunni è ancora una volta la mancanza di insegnanti. La call veloce è la novità introdotta dal Ministro Azzolina, che l’ha fortemente voluta per velocizzare i tempi di immissione in ruolo per gli insegnanti e a coprire più rapidamente le cattedre rimaste scoperte.

Eppure, nonostante manchino insegnanti, il numero dei posti richiesti si è rivelato decisamente inferiore alle aspettative. La Cisl Scuola fornisce qui nel dettaglio i posti assegnati con la procedura call veloce (dati ancora ufficiosi):
Lombardia 56, Piemonte 30, Veneto 32, Friuli V.G. 8, Toscana 50, Lazio 3, Marche 9, Abruzzo 4, Molise 6, Campania 25, Puglia 23, Calabria 16, Sicilia 10, Sardegna 32.

Le opinioni a riguardo sono divergenti tra Lucia Azzolina e Sindacati. Se la prima esprime la propria soddisfazione e appare tranquilla, i secondi considerano fallimentare questo strumento.

“Ho letto tanti messaggi di felicità da chi ha ottenuto la cattedra – ha commentato la Ministra – E’ una possibilità nuova e ha margini di miglioramento. Erano state spedite circa 10 mila domande, chi poi non ha portato a termine la procedura forse, ipotizzo, è perché ha avuto paura di trasferirsi a causa dell’emergenza Covid-19”.

I Sindacati di contro, oltre a lamentare gli errori nelle Gps (confermati tra l’altro anche dalla vice ministra Ascani) parlano riguardo la call veloce di numeri impietosi. I dati forniti dalla Gilda degli insegnanti parlano di flop che, complice anche il blocco quinquennale, supera di gran lunga le più pessimistiche previsioni.

“Anche quest’anno, come avevamo ampiamente previsto, – commenta Rino Di Meglio, coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti – il numero di posti vacanti che resteranno scoperti sarà esorbitante, facendo schizzare le supplenze a quota oltre 200.000. E la situazione non è destinata a migliorare neanche con i concorsi per i quali sono stati banditi circa 70.000 posti nel prossimo triennio, un numero del tutto insufficiente a coprire in maniera strutturale gli organici che, in previsione dei prossimi pensionamenti, nel triennio 2020/23 dovrebbero portare ad una disponibilità di almeno 140-150 mila posti”.

Anche il senatore Mario Pittoni, responsabile Scuola della Lega e vice presidente della commissione Cultura, parla di flop: “Nei fatti il concorso ordinario annunciato da Azzolina si sta rivelando una delle tante scorrettezze del ministro per mettere fuorigioco i docenti precari. Non si spiega altrimenti il modo in cui Azzolina ha impostato la chiamata veloce da regioni diverse da quella scelta dagli interessati: la cosiddetta call veloce (operazione, peraltro, rivelatasi fallimentare per le assunzioni) così come impostata è stata un’autentica presa in giro. Logica avrebbe voluto, infatti, che fosse attuata su tutti i posti disponibili dopo la mobilità e le nomine in ruolo di ciascuna regione/provincia; se invece dal novero di tali posti vanno detratti quelli messi a concorso, è chiaro che ovunque rimane ben poco”.

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