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Nuovo DPCM fase 3: ecco cosa cambia nella scuola

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Parte da oggi il nuovo dpcm collegato alla fase 3 dello stato di emergenza. In uno degli allegati del provvedimento, firmato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, si parla delle linee guida prodotte dall’Istituto superiore di sanità sui comportamenti da adottare a scuola: “ferma restando la ripresa delle attività dei servizi educativi e dell’attività didattica delle scuole di ogni ordine e grado secondo i rispettivi calendari, le istituzioni scolastiche continuano a predisporre ogni misura utile all’avvio nonché al regolare svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021”.

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Un Dpcm nuovo, che però di fatto prolunga lo stato di emergenza fino al 30 settembre ricalcando le indicazioni di quello in scadenza. Tra questi, oltre al già risaputo divieto di assembramenti, si conferma il distanziamento minimo un metro derogato solo per casi eccezionali e transitori (però indossando la mascherina obbligatoriamente in classe, anche per più ore consecutive).
L’aggiunta rilevante del Dpcm sta nel trasporto pubblico locale. La Conferenza unificata ha trovato un accordo che prevede un coefficiente di riempimento non superiore all’80%.
Un limite che potrà essere però superato arrivando quasi al 100%, installando “separazioni removibili” tra i sedili. Mentre per quanto riguarda gli scuolabus resta la possibilità di viaggiare con i posti pieni per un massimo di 15 minuti e nessun obbligo di distanziamento per i congiunti. Tutti gli studenti che hanno più di 6 anni dovranno indossare la mascherina durante il tragitto a bordo.

Nel documento dell’Iss, che verrà “licenziato” con il nuovo Dpcm, sono contenute pure le indicazioni operative per la gestione dei casi e dei focolai di Covid nelle scuole e nei servizi per educativi per l’infanzia.

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Ai fini dell’identificazione precoce dei casi sospetti è necessario prevedere:

  • un sistema di monitoraggio dello stato di salute degli alunni e del personale scolastico;
  • il coinvolgimento delle famiglie nell’effettuare il controllo della temperatura corporea del bambino/studente a casa ogni giorno prima di recarsi al servizio educativo dell’infanzia o a scuola;
  • la misurazione della temperatura corporea al bisogno (es. malore a scuola di uno studente o di un operatore scolastico), da parte del personale scolastico individuato, mediante l’uso di termometri che non prevedono il contatto che andranno preventivamente reperiti;
  • la collaborazione dei genitori nel contattare il proprio medico curante (PLS o MMG) per le operatività connesse alla valutazione clinica e all’eventuale prescrizione del tampone naso-faringeo.

Fonte: Ansa

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