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L’Alto Adige inaugura oggi il nuovo anno scolastico

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Si è aperto oggi ufficialmente l’anno scolastico post-covid 19, anche se solo in alcuni comuni d’Italia. A fare da capofila della riapertura è stato l’Alto Adige, con circa 91 mila tra bambini e ragazzi che questa mattina sono tornati all’asilo e sui banchi di scuola dopo ben sei mesi.

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Una pausa molto lunga, durata dal marzo scorso, che è terminata oggi portando con sé nuove sfide proprio a causa delle speciali misure di sicurezza e con gli occhi puntati su questi primi istituti che le hanno per prima inaugurate. L’efficienza di esse si vedrà nel medio-lungo termine, nel frattempo nei prossimi giorni la riapertura avverrà anche in altre regioni.

“Abbiamo lavorato tanto per minimizzare i rischi. E a scuola chiederemo un sacrificio a tutti, studenti e personale, per seguire regole e comportamenti.  – dice il ministro Azzolina – Abbiamo fatto lo sforzo di ascoltare tutti. La scuola non è un posto fatato, asettico, dove il rischio è zero”.

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Quest’anno ci saranno gruppi stabili, misure igieniche estese e speciali precauzioni di sicurezza, ma in moltissimi casi sarà una sperimentazione. Debutta anche la figura del responsabile Covid, un docente che ha seguito un corso online del ministero e che è stato incaricato dal dirigente scolastico per gestire i “casi” sospetti all’interno della scuola seguendo le rigide norme sanitarie fissate dal Cts.
Al sud c’è il problema dei banchi promessi, che ancora non arrivano. Arcuri ha parlato di consegne finali entro la fine di ottobre ma alcune ditte che hanno vinto il bando di gara hanno annunciato possibili slittamenti a novembre.

Per quanto riguarda gli istituti superiori le segreteriE scolastiche hanno comunicato alle famiglie che la maggior parte delle classi saranno spezzate e si comincerà da dove si era finito cioè con la didattica a distanza (Dad). I presidi hanno privilegiato le prime e le quinte, a loro sarà garantita la presenza. Le altre classi dovranno appoggiarsi alla Dad. Alcuni istituti hanno optato per i turni: metà classe o un gruppetto di pochi segue a distanza e in sincrono. Altri per il tutti online o in aula. Nasce anche la categoria dello studente “presente ma fuori aula”, quelli che resteranno a casa a turno ma con lavori specifici assegnati dai docenti.

Fonte: ANSA

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