“Abbiamo lavorato per ridurre al minimo il rischio contagio ma la scuola non è un posto fatato, asettico, dove il rischio è zero per questo abbiamo lavorato con l’Iss per avere un protocollo e stabilire cosa si fa se c’è un contagiato in classe. Dal 14 la partita della scuola diventa molto sanitaria. Il caso di Roma al Marymount dimostra come il protocollo sta funzionando: inizialmente si era parlato di 65 persone che dovevano andare in quarantena, poi si è stabilito che solo 9 andranno in quarantena e seguiranno la didattica a distanza”, ha detto il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina.
Azzolina ha ricordato che, stando alle linee guida attuali, se l’intera classe è in quarantena si proseguirà comunque con l’attività didattica attraverso le lezioni online. “I docenti non possono rifiutarsi di lavorare da remoto”, ha aggiunto. E ancora: “Io credo ci voglia anche buonsenso, tutti i Paesi europei stanno facendo così”. Rispetto alla presenza di lavoratori fragili tra il corpo insegnanti, la ministra ha detto: “Avere più di 55 anni non significa essere fragile. Bisogna avere patologie pregresse di un certo rilievo. L’equazione che è stata fatta è scorretta. I numeri che si erano letti, 300 mila docenti, non corrispondono al vero. C’è una procedura per stabilire se un lavoratore è fragile e se deve essere sottoposto a sorveglianza speciale. Sono circolate alcune inesattezze”.
Durante il suo intervento per la festa del Fatto Quotidiano la ministra aveva menzionato 300 richieste da parte dei docenti per la certificazione della condizione di fragilità. Numeri che sarebbero molto distanti dalle stime fatte nei giorni scorsi. Infine Azzolina ha concluso: “Sarà un giorno emozionante, il primo giorno di scuola. La temperatura si misura a casa, questo per evitare che gli studenti sintomatici possano diventare un pericolo per gli altri. Ci vuole responsabilità. Saranno accolti dal personale scolastico e dai docenti. Bisogna evitare gli assembramenti”.