Con una nota del 1° settembre a firma del Capo Dipartimento Max Bruschi il Ministero dà un clamoroso contrordine sul tema della valutazione degli alunni della scuola primaria.
La nota chiarisce infatti che il decreto legge 22 ha previsto che “in deroga all’articolo 2, comma 1, del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 62, dall’anno scolastico 2020/2021, la valutazione finale degli apprendimenti degli alunni delle classi della scuola primaria, per ciascuna delle discipline di studio previste dalle indicazioni nazionali per il curricolo è espressa attraverso un giudizio descrittivo riportato nel documento di valutazione e riferito a differenti livelli di apprendimento, secondo termini e modalità definiti con ordinanza del Ministro dell’istruzione”.
In realtà – argomenta Max Bruschi – “la norma, attualmente, nulla dispone per quanto concerne la valutazione intermedia, che resta dunque disciplinata ai sensi dell’articolo 2, comma 1 del Dlgs 62/2017 e dunque con votazione in decimi”.
Se si intende eliminare il voto numerico anche nelle valutazioni intermedie sono dunque necessarie modifiche di natura legislativa.
Max Bruschi fa quindi intendere che il problema non potrà essere risolto in sede di adozione dell’ordinanza ministeriale prevista dal decreto 22.
La nota ministeriale è una vera e propria doccia fredda per docenti e dirigenti di scuola primaria ed un problema in più da affrontare per la Ministra.