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Caos GPS: all’indomani dalla scadenza ritardi nelle pubblicazioni ed errori

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All’indomani dal termine ultimo per la pubblicazione delle GPS è caos totale. Prevedibile, secondo molti, visti i tempi stretti entro il quale dovevano essere valutate le domande inviate entro il 6 Agosto scorso (in totale 753.750 domande). Fino a ieri erano pochissime le province che le avevano pubblicate, e purtroppo molte di esse destano diverse perplessità. In particolare la Cisl Scuola, su segnalazione dei docenti iscritti al sindacato, denuncia diverse anomalie clamorose, come il riconoscimento di 15 anni di servizio sul sostegno a docenti che hanno mai lavorato neppure un giorno con i disabili, o come professori che si sono scoperti su una cattedra di francese senza nemmeno conoscere la lingua. A Palermo sono state pubblicati, sotto la voce “titoli di servizio”, punteggi addirittura negativi: -7,50, -13,50, -50, -60. Per non parlare del caso di una giovane di 22 anni si è ritrovata con 80 punti assegnati solo per i titoli (dovrebbe avere almeno due lauree e tre dottorati per giustificarli).

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A lamentare i ritardi nella pubblicazione e gli strafalcioni sono soprattutto gli iscritti su Facebook, ormai diventato il principale social testimone delle “graduatorie pazze”. Gli aspiranti docenti nei vari gruppi hanno espresso il loro malcontento  per quello (ovvero le GPS) che la Azzolina aveva definito “la cosa di cui vado più fiera” e che invece a causa dei punteggi sbagliati porterà una probabilmente ad una lunga serie di ricorsi. Eppure tempo per ricorsi non ce n’è, dato che tra due settimane inizia il nuovo anno scolastico e data la carenza di insegnanti il ministero dell’Istruzione è intenzionato a procedere rapidamente alla convalidazione delle graduatorie provinciali e a passare alle chiamate.

Secondo le stime dei sindacati, si inizierà con 200.000 ruoli mancanti. Un problema enorme, se consideriamo che a questa situazione si aggiunge la questione Covid, i concorsi in ritardo, i pensionamenti non ancora sostituiti e la questione dei lavoratori fragili.

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Pino Turi, segretario della Uil scuola: “In Campania resteranno vuoti quasi la metà dei posti messi a diposizione: oltre 2.500 posti sui 4.600 autorizzati. In Lombardia quasi duemila posti sul sostegno alle scuole medie. E il quadro si ripete con numeri diversi in Puglia, Emilia Romagna e Veneto. La chiamata veloce, istituita da questo ministero per far scegliere ai precari volontariamente regioni diverse, non andrà a incidere sul precariato che resta drammaticamente irrisolto”.

“La scuola sarà pervasa di ricorsi alla magistratura e di contenziosi che comprometteranno non solo l’avvio dell’anno scolastico ma tutte le attività didattiche – avverte la CISL – I precari sono ancora una volta sottoposti alle angherie schizofreniche di una burocrazia ministeriale che vuole apparire efficiente, lasciando per strada diritti e procedure regolari che richiedono tempi adeguati, vista la complessità degli atti e il volume dei richiedenti’.

Fonte: La Repubblica

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