Sulla riapertura della scuola a settembre si è consumato un nuovo vertice tra governo e regioni. Si è discusso soprattutto del nodo principale dei trasporti. E l’accordo non si è trovato. I governatori, guidati dal presidente della Conferenza delle regioni Stefano Bonaccini, sono stati netti: o si arriva a un’intesa “chiarendo i limiti delle capienze o si rischia il caos, non ce la facciamo”. Ma le posizioni con le amministrazioni regionali sono distanti anche per quanto riguarda l’uso delle mascherine, con il ligure Toti che ribadisce che nella sua regione le mascherine non saranno obbligatorie.
Il nodo resta, comunque, quello dei trasporti. Tutto nasce dalla prescrizione del Comitato tecnico scientifico, ribadita lunedì a palazzo Chigi, sul distanziamento di un metro tra passeggeri. Un limite, contestano i governatori, che porterebbe il trasporto pubblico urbano ed extraurbano a viaggiare al 50-60% della capienza. E dunque a lasciare a piedi la metà degli alunni. Oggi le Regioni speravano in una mediazione. Il braccio di ferro è, secondo quanto viene riferito, tra la ministra dei Trasporti, Paola De Micheli, che vorrebbe più flessibilità – in linea con le Regioni – e il ministro della Salute, Roberto Speranza, che frena e si rimette al Comitato tecnico scientifico. Proprio al Cts, che si riunisce di nuovo oggi, la ministra De Micheli ha chiesto di esprimersi sul documento che le regioni hanno presentato. Un tentativo per ottenere possibili deroghe al distanziamento di un metro a bordo. Per esempio, parole della ministra, agendo sa “definizione più puntuale di congiunti e sui sistemi di filtraggio”. “Molte aziende hanno mandato documentazione su tempi e modalità di filtraggio che ci consentiranno di permettere deroghe al metro di distanza”.