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Ripresa delle attività didattiche e “personale covid”

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Ad “Uno Mattina Estate”, programma di approfondimento in onda su Rai Uno, il Ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina ha parlato ancora una volta della ripresa del nuovo anno scolastico, introducendo per la prima volta il termine del “personale Covid”: più di 50mila tra insegnanti e personale Ata assunti a tempo determinato che serviranno per garantire le norme di sicurezza.
“Spero che a lungo  andare questo personale serva a ridurre il numero di alunni per classe e cancellare il fenomeno abbrutente delle classi pollaio – ha dichiarato la Ministra – A settembre ci vorranno tanti supplenti  in più e quindi tanti investimenti e nel decreto rilancio 1 miliardo di euro andrà ai supplenti, sia personale  docente che personale Ata. In questi giorni stiamo scrivendo il  decreto per ripartire questo personale presso i singoli territori”.

Dunque quella che si attuerà sarà una misura senza precedenti nel mondo della scuola, con l’ingaggio di personale “atipico”: non si tratta infatti né delle immissioni in ruolo, né dei supplenti “ordinari”, che servono alle scuole per coprire posti fondamentali per l’avviamento dell’anno.
Sono docenti assunti in misura eccezionale per far fronte alla situazione straordinaria legata al coronavirus e creare più classi.

Come sarà reclutato questo personale?
Saranno i Dirigenti Scolastici a conferire questi incarichi temporanei, attraverso lo scorrimento delle graduatorie d’Istituto. Queste supplenze infatti sono indipendenti dallo scorrimento di Gae e GPS, dalle quali si attinge per posti vacanti (31 agosto) e fino al termine delle attività didattiche (30 giugno).
La data di scadenza sarà massimo quella dell’ultimo giorno di lezione (che varia da Regione a Regione) e clausola di risoluzione per giusta causa.

Dichiarazioni che se da un lato rincuorano tanti aspiranti docenti (magari neolaureati, al loro primo anno di insegnamento) che vedono quindi avere più chance di poter fare la loro prima esperienza, dall’altro non fanno piacere a tanti altri che vedono in questa forma di assunzione un’ennesima forma di instabilità.
In caso di lockdown infatti questo personale assunto si troverebbe licenziato in tronco. Un nuovo precario che i sindacati hanno già denominato “usa e getta”, che fa comodo quando bisogna mantenere l’ordine nelle aule, ma che può poi essere mandato a casa senza nemmeno la possibilità di percepire l’indennità di disoccupazione. Stando così le cose, è difficile che molti siano disposti ad accettare un contratto così atipico. Dal Ministero precisano che la norma è stata voluta così dal Parlamento, e che non si poteva fare altrimenti: questi insegnanti sono stati inseriti per garantire le lezioni in presenza.

Riportiamo qui di seguito il testo dell’emendamento approvato:
“Al fine di consentire l’avvio e lo svolgimento dell’anno scolastico 2020/2021 nel rispetto delle misure di contenimento dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, con ordinanza del Ministro dell’istruzione, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, sono adottate, anche in deroga alle disposizioni vigenti, misure volte ad autorizzare i dirigenti degli uffici scolastici regionali, nei limiti delle risorse di cui al comma 2, a:

a) derogare, nei soli casi necessari al rispetto delle misure di cui all’alinea ove non sia possibile procedere diversamente, al numero minimo e massimo di alunni per classe previsto, per ciascun ordine e grado di istruzione, dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 2009, n. 81;
b) attivare ulteriori posti di incarichi temporanei di personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA) a tempo determinato dalla data di inizio delle lezioni o dalla presa di servizio fino al termine delle lezioni, non disponibili per le assegnazioni e le utilizzazioni di durata temporanea. In caso di sospensione dell’attività in presenza, i relativi contratti di lavoro si intendono risolti per giusta causa, senza diritto ad alcun indennizzo;
c) prevedere, per l’anno scolastico 2020/2021, la conclusione degli scrutini entro il termine delle lezioni.

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