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Inizio lezioni 2020/2021: Azzolina contro tutti

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Matteo Salvini alza la voce nei confronti di Lucia Azzolina. A un mese e mezzo dall’inizio della riapertura del nuovo anno scolastico a tenere banco è ancora la situazione di incertezza su dove impartire le lezioni. Il distanziamento fisico impone infatti la stipula di nuovi accordi e protocolli per convenzionare nuovi spazi che possano ospitare in sicurezza alunni e insegnanti.
E proprio sui protocolli si è ancora indietro. Non si parla nemmeno delle scuole paritarie, già pronte allo scopo in cambio dei soli costi di gestione, ma di aree tutte ancora da definire e predisporre.

“Non so se c’è o se ci fa – ha dichiarato il Leader della Lega nei confronti della Ministra durante un comizio in Piazza a Recale, in Salento – La mia non è una critica unica, perché il suo operato non riceve consensi nemmeno dagli studenti, dagli insegnanti, dalle famiglie e dalle imprese. Accetto un confronto con lei sui temi della scuola dove vuole e quando vuole, a patto però che non lo faccia solo con me, da politico a politico, ma lo faccia anche con gli insegnanti di sostegno, i docenti precari, con studenti, sindaci, presidi che ad oggi non sanno se, come, dove e con quali soldi riapriranno le nostre scuole”.

Rincara la dose Mario Pittoni, Presidente della Commissione Cultura al Senato: “Il fatto che la Corte dei Conti si sia limitata a prendere atto dell’ordinanza del ministro Azzolina che vara le graduatorie provinciali stravolgendo i punteggi con effetto retroattivo con le conseguenze che si possono immaginare, evidenzia quanto sia rischioso affidare il ministero dell’Istruzione a figure che non siano capaci e responsabili”.

Preoccupazione viene espressa anche dai sindacati: “I tempi stringono e soluzioni concrete ancora non ne vediamo. Serve un decreto legge ed è ora di finirla con inganni e passerelle. Attualmente negli istituti si potrebbe rientrare facendo solo qualche ora di lezione al giorno. Serve anche un confronto per capire realmente se ci sono le condizioni per un’apertura o se la data auspicata non può essere rispettata. E’ giusto dare certezze ai lavoratori e agli alunni”.

E il confronto con Lega e Sindacati viene auspicato anche dalla stessa Ministra, che nel frattempo conferma che la scuola ripartirà il 14 Settembre: “Per rispettare il distanziamento degli studenti stiamo cercando nuovi spazi in edifici scolastici dimessi (si parla di 3 mila scuole ndr) e stiamo firmando con il ministro Dario Franceschini un protocollo che permetta alla scuola di utilizzare spazi negli archivi, nelle biblioteche, nei musei, nei cinema, nei teatri, nei luoghi di cultura. Inoltre stiamo acquistando anche banchi nuovi singoli. Un investimento importante di modernizzazione, che oggi permette il distanziamento e domani permetterà di avvicinare gli alunni e consentire forme nuove di didattica”.

In realtà proprio quella dei banchi monoposto non è una soluzione che ha trovato consensi da parte di tutti. Rimane da risolvere comunque il problema più rilevante: la responsabilità diretta dei presidi nel collocare gli alunni iscritti nei loro istituti in spazi aggiuntivi. Riorganizzare 70mila aule aggiuntive (tante ce ne vogliono per collocare oltre un milione di studenti) non è lavoro da poco, a meno che non si voglia pensare di fare lezione in una sala cinematografica senza adattarle a ciò che è necessario per fare lezione. Difficilmente i presidi daranno il loro assenso a mandare i loro allievi in locali che non assicurano le medesime certificazioni dei locali scolastici e per produrle servirà tempo. Bisognerà realizzare progetti e certificarli in poche settimane, con i giorni di Ferragosto di mezzo. Ma siamo già a fine luglio e a sentire i presidi si tratta di un’eventualità impossibile dal realizzarsi. Improbabile che tutto possa essere pronto per il 14 Settembre e quindi si dovranno riorganizzare nuovamente le classi in soprannumero con doppi turni o con orario ridotto.

Qualche giorno fa, si è espresso in questi termini il Consiglio Regionale dell’Anp Lazio, tramite il suo presidente Mario Rusconi: “I presidi non possono assumersi le responsabilità connesse con la sicurezza e il DVR di ambienti che non conoscono e su cui non hanno margini di azione. Non è previsto nel CCNL del comparto scuola né in altra fonte normativa, che i docenti abbiano responsabilità nella vigilanza degli studenti e senza supporto di collaboratori scolastici”.

Altro problema è quello della carenza di insegnanti. Tutto parte dalla volontà di assumere solamente 40 mila docenti di fronte ai 120 mila di cui ci sarebbe bisogno. Secondo la ministra però con le nuove Gps, provinciali e digitalizzate, con la “call veloce” e i concorsi che sono stati banditi tutto si risolverà.

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