Da sempre nella scuola primaria (e nella scuola dell’infanzia), a differenza della scuola secondaria, il titolo di studio richiesto per l’insegnamento è già comprensivo dell’abilitazione. Ora non più.
Fino al 2001-2002 i vecchi diplomi magistrali erano comprensivi dell’abilitazione all’insegnamento; da quell’anno il titolo di accesso all’insegnamento, la laurea in scienze della formazione primaria, grazie al tirocinio, comprendeva anche l’abilitazione. Dall’anno prossimo, però, non sarà più così, almeno per i supplenti.
La bozza di ordinanza per definire le graduatorie provinciali per il conferimento di contratti a tempo determinato (annuali fino al 31 agosto o al termine delle attività didattiche fino al 30 giugno) prevede infatti per primaria e infanzia che in seconda fascia possano iscriversi anche studenti del terzo, quarto e quinto anno del corso di laurea in Scienze della Formazione primaria.
La notizia viene riportata dalla Cgil scuola che ha sintetizzato gli esiti dell’incontro presso il ministero per definire l’ordinanza.
Anche per le supplenze per il sostegno la bozza di ordinanza introduce una novità: in seconda fascia possono iscriversi i soggetti privi della specializzazione che entro l’a.s. 2019/2020 hanno maturato tre anni di servizio su posto di sostegno nel relativo grado di scuola.
La rivoluzione del titolo di accesso sembra motivata dal fatto che, soprattutto in molti territori del Nord d’Italia mancano cronicamente supplenti.
Il ricorso straordinario a supplenti senza titolo ha un solo precedente e riguardò all’inizio degli anni ’60 l’avvio della scuola media unica con l’estensione dell’obbligo scolastico previsto dalla Costituzione.
Si trattò di una scolarizzazione di massa che richiese l’impiego di moltissimi insegnanti non laureati, grazie ai quali la nuova scuola media poté decollare su tutto il territorio nazionale.
Fonte:http://www.tuttoscuola.com/rivoluzione-nella-scuola-primaria-supplenti-senza-abilitazione/
