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Finalmente arrivate le linee guida 2020/21

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Sono arrivate le linee guida ufficiali del Piano Scuola 2020-21, ovvero il “Documento per la pianificazione delle attività scolastiche, educative e formative in tutte le Istituzione del Sistema nazionale d’Istruzione”.
Le lezioni riprenderanno seguendo le indicazioni del Comitato tecnico scientifico (CTS) finalizzate alla prevenzione del contagio. Esse sono denominate “ipotesi di rimodulazione delle misure contenitive nel settore scolastico e le modalità di ripresa delle attività didattiche per il prossimo anno scolastico” (approvato il 28 maggio 2020 e successivamente aggiornato).

Maggior importanza nel documento tecnico viene data alle singole Regioni, alle istituzioni pubbliche e private, alle associazioni, alle realtà del Terzo settore e ai singoli istituti scolastici.
Tutti questi enti infatti si impegnano a sottoscrivere “patti educativi di comunità”, ovvero convenzioni tra le scuole e il territorio che servono a rafforzare i legami tra le istituzioni per permettere una ripresa in sicurezza.

Tali accordi hanno l’obiettivo di risolvere le esigenze dei singoli territori, come il miglioramento del trasporto scolastico e la reperibilità di ulteriori spazi dove fare lezione. Proprio il reperimento di strutture alternative come parchi, cinema, teatri, biblioteche, e di nuovo personale per effettuare la sorveglianza (associazioni sportive, musicali, teatrali, artistiche) sono i punti essenziali da cui ripartire. Il Ministero dell’Istruzione sta lavorando costantemente con le autonomie territoriali per accompagnare tutte le scuole nella gestione delle situazioni più delicate. E’ possibile dunque  una ulteriore disponibilità di organico aggiuntivo per le istituzioni scolastiche statali.
Oltre all’alleanza con i vari enti, importate sarà anche il rafforzamento dell’alleanza scuola-famiglia, perché proprio con le famiglie le scuole potranno aggiornare ed integrare, con le esperienze maturate durante e post pandemia, il patto educativo di corresponsabilità.

Le scuole avranno anche maggior autonomia nell’organizzazione didattica, occupandosi di suddividere le classi in più gruppi in base al livello di apprendimento, riunire in diversi gruppi alunni provenienti da diverse classi o diversi anni di corso e suddividere questi gruppi in turni differenziati, in base alle fasce di età. Le lezioni si potranno svolgere anche di sabato e le discipline potranno essere aggregate in aree o ambiti disciplinari.
Anche il monte ore di ciascuna materia potrà essere modificato; ad esempio si potrebbe prospettare una riduzione del monte orario delle singole discipline per poi utilizzare il tempo residuo per attività di recupero e consolidamento delineate nel PAI e PIA.
Per aumentare il livello di competenza dei docenti sulle nuove metodologie didattiche, le scuole polo per la formazione incrementeranno corsi di formazione.

In particolare per i docenti si prevedono i corsi di:
• metodologie innovative di insegnamento e apprendimento;
• metodologie innovative per l’inclusione scolastica;
• corsi su modelli di didattica interdisciplinare e tecnologie multimediali.

Per il personale ATA sono previsti invece corsi di lavoro in team e digitalizzazione delle procedure amministrative.

La didattica a distanza non sarà eliminata del tutto, ma potrà continuare ad essere utilizzata come strumento di integrazione della didattica in presenza, per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, ove il contesto, competenze e opportunità tecnologiche lo consentano.
Nel caso di un ritorno della pandemia essa non sarà più elemento di supporto ma obbligatorio. Pertanto ogni istituzione scolastica inserirà, a prescindere, nell’aggiornamento annuale del PTOF, il Piano scolastico per la Didattica digitale integrata attraverso il quale le scuole individueranno le modalità per riprogettare l’attività didattica, mettendo a frutto quanto potenziato a livello digitale durante l’emergenza, prestando, inoltre, particolare attenzione alle esigenze e necessità degli alunni BES. Sarà a tal proposito fondamentale non ripetere le situazioni di svantaggio che si sono venute a creare in questi mesi per chi non aveva i giusti dispositivi tecnologici. Bisogna infatti garantire il diritto all’istruzione a tutti gli studenti e occorre incentivare la piena partecipazione alle attività della DAD, qualunque sia il loro livello di partenza economico, sociale e culturale.
A tal proposito l’Amministrazione nazionale nell’ottica di un continuo monitoraggio, miglioramento e supporto agli enti territoriali e alle scuole ha attivato e attiverà:
• protocolli con gli Ordini degli Psicologici per la gestione degli effetti emotivi del Lockdown sugli alunni, personale della scuola e sulle famiglie;
• convenzioni con gli Enti di telefonia mobile, per agevolazioni sulle tariffe;
• azioni di supporto affinché gli Enti locali proseguano il completamento dell’infrastruttura che garantisca la copertura di tutto il territorio nazionale con banda larga.

Per quanto riguarda le misure igienico-sanitarie previste per garantire adeguati livelli di sicurezza rimane obbligatorio l’uso delle mascherine quando non si è seduti (fatta eccezione per i minori di 6 anni, il cui uso non è previsto). Le forniture della mascherine e dei DPI (dispositivi di protezione individuali), durante le attività degli studenti presso le strutture ospitanti, sono a carico di queste ultime. Si dovranno garantire i distanziamenti tra i banchi e si dovranno regolare i flussi di entrata ed uscita in posti diversi.
Per quanto riguarda i laboratori, oltre all’obbligatoria igienizzazione, è auspicabile sensibilizzare gli alunni ad una maggiore consapevolezza e responsabilità individuale in merito al riassetto della postazione di lavoro.
Il personale di assistenza ai disabili potrà utilizzare la mascherina chirurgica, i guanti in nitrile dispositivi di protezione per occhi, viso e mucose. Importante precisare che il ruolo di rassicurazione e fiducia è fondamentale nella sfera cognitiva dei bambini, quindi nel caso di uso di dispositivi di protezione per gli adulti a contatto con i bambini, essi non devono far venir meno la possibilità di essere riconosciuti.
Per i servizi mensa una possibile soluzione per evitare l’affollamento dei locali è quella di effettuare due o più turni.

Tutti i soggetti coinvolti che elencheremo di seguito, avranno cura di osservare, confrontarsi ed organizzare le attività didattiche nel rispetto dei protocolli di sicurezza e di quanto indicato nel documento tecnico del CTS:
• scuola in ospedale: coordinamento organizzativo tra Dirigente scolastico e Direttore della struttura sanitaria;
• istruzione domiciliare: coordinamento organizzativo tra Dirigente scolastico, famiglia e medico curante;
• sezioni carcerarie: coordinamento organizzativo tra Dirigente scolastico, Coordinatore didattico e Direttore della struttura carceraria.

Di Redazione OD

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