L’Aula della Camera ha deliberato la seduta fiume, cioè senza interruzioni, sul decreto scuola. In favore la maggioranza, e contraria l’opposizione. “Con la seduta fiume voi calpestate l’onore di quest’aula” ha detto Edoardo Ziello, deputato della Lega. Il decreto, infatti, decade domenica e deve dunque essere convertito in legge entro sabato. Altro motivo di contrasto sono stati i tempi di sanificazione dell’Aula, ridotti a 40 minuti rispetto alle tre ore precedentemente adottate, contestati da Simona Bordonali (Lega) e Francesco Lollobrigida (Fdi).
La mancata approvazione del decreto dovrebbe essere, nelle intenzioni dell’opposizione il primo passo per reclamare le dimissioni della ministra Azzolina, innescando una crisi di governo.
Il decreto ha già incassato la fiducia alla Camera, ma il regolamento di Montecitorio, diversamente da quello del Senato, distingue il voto di fiducia da quello finale sul decreto.
Nella prima votazione il governo ha incassato 305 sì contro 221 no e 2 astenuti, ed anche nel voto finale non avrebbe problemi di numeri. Ma c’è appunto il problema dell’ostruzionismo.
Devono essere illustrati, discussi e votati 188 ordini del giorno, cioè quei documenti di indirizzo al governo che riguardano l’applicazione del decreto. Su ogni ordine del giorno ciascun gruppo ha diritto di intervenire per cinque minuti, e ciascun deputato può poi esprimere il proprio dissenso dalla linea del gruppo.