Lo scorso 29 aprile la Ministra Azzolina ha annunciato che gli esami di Stato si svolgeranno in presenza il 17 giugno con un’unica prova, quella orale. La notizia ha aperto una accesa discussione nel mondo della scuola, nelle famiglie e tra i maturandi dividendosi tra i sostenitori dell’esame in presenza e quelli che invece preferirebbero sostenerlo on line, ipotesi iniziale che il ministero dell’istruzione aveva sostenuto nel caso le scuole non avessero riaperto entro il 18 maggio.
Il governo per motivi di sicurezza, pur essendo migliorato il trend dei contagiati positivi al Covid-19, ha deciso che le scuole, prevedibili luoghi di diffusione dei focolai del virus, dovranno riaprire a settembre in quanto la contaminazione fra studenti ed insegnanti avrebbe conseguenze devastanti.
La ministra Azzolina in diverse interviste ha assicurato che gli esami di maturità saranno espletati garantendo la massima sicurezza ai docenti e agli studenti e che a giorni sarà diffusa l’ordinanza con il relativo protocollo di sicurezza, validato dal Comitato Tecnico Scientifico, nel quale saranno date tutte le indicazioni per svolgere gli esami in serenità.
Diverso è però il punto di vista dei sostenitori dell’esame on line. Infatti in rete e nei gruppi WhatsApp circolano petizioni indirizzate al Presidente Mattarella per sostenere l’esame di stato on line, allo scopo di difendere il diritto alla salute. È di poche ore la nascita di un gruppo Facebook “Maturità 2020 on line” che in sole 36 ore ha già avuto 2200 adesioni, consolidandosi sempre più il fronte di coloro che sono contrari alla decisione ministeriale di sostenere gli esami di maturità in presenza.
L’Associazione nazionale presidi, attraverso il suo presidente Giannelli, ha espresso “notevoli perplessità” sulla scelta degli esami di maturità in presenza, annunciata dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina.
“Pur nella piena consapevolezza del valore simbolico dell’esame – afferma Giannelli – devono essere soppesate con estrema attenzione tutte le circostanze in cui esso dovrebbe svolgersi. Va affrontato e risolto al più presto il vero problema: definire specifici protocolli di sicurezza inerenti agli strumenti, le procedure e le connesse responsabilità. Non possiamo lasciare sole le scuole – e i dirigenti che ne gestiscono l’attività – nel decidere come organizzarsi. Servono regole chiare e servono subito».