Ormai è ufficiale: negli ultimi due-tre giorni di aprile assisteremo alla pubblicazione dei testi ufficiali che regoleranno i concorsi ordinari e riservati della scuola. Con domande da presentare fino a luglio. Se ne parlava da tempo, da anni ormai. E ora che arrivano, sono diversi a lamentarsene. Anche in seno allo stesso Governo, dove la situazione di emergenza generata dal Coronavirus ha scalzato le “gerarchie” sulle selezioni dei docenti da assumere. Anche perché la procedura con prove, ammesso che riesca a partire, dovrà fare i conti con i ritmi blandi dovuti pure alle probabili difficoltà che incontreranno gli uffici scolastici a formare le commissioni. In pratica, poiché le prove sono comunque sospese almeno sino a fine maggio, i “contestatori” sostengono che a questo punto è meglio rispolverare i concorsi per titoli e servizi.
Anche perché le assunzioni in ruolo rimangono indifferibili e, considerato che il nuovo anno scolastico si aprirà con quasi 200 mila supplenze annuali da attuare, è necessario prospettare delle possibili soluzioni. Ora che si fa ancora in tempo a trovare delle soluzioni.
De Cristofaro: assumiamo con graduatorie per titoli
Nei giorni passati ad esprimersi in questo senso è stato anche il sottosegretario Pippo De Cristofaro (LeU), intervenuto sulla questione sostenendo che non si è nella condizione di far svolgere i concorsi per assumere in ruolo gli insegnanti, pertanto risulta inutile bandire nuovi concorsi mentre bisogna assolutamente rinnovare le graduatorie d’istituto.
Secondo il sottosegretario De Cristofaro è necessaria una procedura per stabilizzare le migliaia di precari di cui si prevedeva l’assunzione a mezzo concorso straordinario. Nella prospettata impossibilità a svolgere i concorsi, si potrebbe quindi pensare a graduatorie per titoli.
“È meglio non bandire concorsi che poi non si faranno. Dobbiamo immaginare da subito altre strade per immettere nella scuola nuovi docenti sin dal primo settembre”, ha detto il sottosegretario.
Snadir: riconoscimento del servizio svolto
Secondo lo Snadir, la prospettiva ipotizzata dal sottosegretario De Cristofaro potrebbe essere una soluzione anche per gli insegnanti precari di religione, in attesa da quindici anni di una risposta alla loro condizione lavorativa.
Si tratterebbe, dice il primo sindacato dei docenti di religione, di una immissione in ruolo per titoli e servizi sul modello Trento e Bolzano, che lo Snadir ha sostenuto – unitariamente alle altre organizzazioni sindacali – sin da settembre 2018: “rappresenterebbe un riconoscimento del servizio svolto e quindi dell’esperienza maturata nelle aule scolastiche, garanzia per una effettiva qualità dell’insegnamento”, ha detto Orazio Ruscica, leader dello Snadir.
C’è chi caldeggia la riapertura delle GaE
Una soluzione del genere è caldeggiata anche dall’Anief, che da anni rivendica la mancata applicazione delle direttive Ue introdotte per combattere l’abuso di precariato: una delegazione del sindacato lo ha fatto presente in occasione dell’incontro sui concorso tenuto la scorsa settimana con i dirigente del MI, sostenendo che “è indispensabile, prima di ogni cosa, predisporre, così come ha già provveduto a fare la Provincia Autonoma di Trento, un percorso straordinario di reclutamento anche per la scuola Infanzia e Primaria, riservato” (…) “prevedendo che il servizio utile per l’accesso sia quello svolto in tutto il sistema nazionale di istruzione e non solo nella scuola statale e riconoscendo precedenza per la “conferma in ruolo” ai docenti in possesso di diploma magistrale già in servizio con contratto a tempo indeterminato”.