E’ stato da poco firmato il nuovo DCPM con cui Conte ha stabilito la proroga delle misure di contenimento del Coronavirus fino al 13 aprile.
Queste le sue parole in conferenza stampa: «se allentassimo le misure gli sforzi sarebbero vani. Mi dispiace personalmente che queste misure cadono a Pasqua, una festa tanto cara a noi italiani», ipotizzando, poi, una fase 2, di allentamento graduale, che è la convivenza con il virus e una fase 3 coincidente con l’uscita dell’emergenza,della ricostruzione, del rilancio.
Dalle sue ulteriori parole è però chiaro che non è scontato che la seconda fase inizierà proprio il 14 aprile: «non siamo nelle condizioni di dire che il 14 aprile allenteremo le misure. Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2».
Per quanto riguarda la scuola è pur vero che la nuova data del 13 aprile (già prevista per alcune Regioni) con ogni probabilità non sarà quella definitiva.
L’idea, infatti, è di prorogare di qualche settimana e regolarsi poi in base all’andamento del contagio da Covid-19.
Si potrebbe andare così avanti fino a fine aprile ma, nei giorni scorsi, il ministro Conte ha più volte espresso le sue perplessità sul rientro a scuola nell’ultima settimana di aprile in quando dopo pochi giorni si avrebbe un lungo ponte di tre giorni, che parte dal 1 maggio, in occasione della Festa dei Lavoratori, e nessuno si prenderebbe la responsabilità di lasciare in massa gli italiani in libera uscita dopo quasi due mesi chiusi in casa.
A questo punto si arriverebbe addirittura alla prima settimana di maggio.
Ma al vaglio c’è anche l’ipotesi di non riaprire più fino a settembre. D’altra parte siamo in una situazione di emergenza mai vista prima e il Governo si vede costretto a elaborare soluzioni quotidianamente.
Per questa ragione il ministro Azzolina e i suoi collaboratori stanno lavorando su diversi scenari, cercando di ovviare al problema delle promozioni e dell’esame di maturità 2020.
Mezzo milione di ragazzi deve infatti sostenere la maturità, l’altro mezzo milione gli esami di terza media. L’ansia cresce in attesa di sapere come si svolgeranno le prove. Una cosa è certa: l’esame sarà inevitabilmente diverso rispetto a quello previsto!
Nessun bocciato: dalle prime indiscrezioni trapelate, sembra che quest’anno alcun alunno verrà bocciato, nemmeno tra gli studenti rimasti indietro in qualche materia, questo sempre che nel primo quadrimestre il voto conseguito sia stato al di sopra di 4. Infatti, ammesso anche che si faccia ritorno a maggio tra i banchi, non sarebbe possibile recuperare appieno nei tempi consentiti. Questo però non deve far pensare che si otterrà il cosiddetto “6 politico”.
Si prevedono, infatti, corsi ed esami da inizio del nuovo anno scolastico.
Inoltre, il Ministro Azzolina avrebbe accettato il progetto di utilizzare almeno il mese di settembre e ottobre per quella parte di programma trascurato quest’anno e, di conseguenza, anche per le verifiche e le valutazioni degli alunni.
Maturità 2020: A tal proposito si profilano due possibili scenari e due conseguenti alternative.
Il primo prevede il rientro a scuola a maggio, sebbene si tratti di un’ipotesi remota, consentendo così l’accesso all’esame a tutti gli studenti, anche a quello con insufficienze, in quanto non si avrebbe il tempo necessario per poterle recuperare.
In questo caso l’esame si svolgerebbe in maniera “classica”, cioè con scritti e orali, anche se per le prove scritte si dovrebbe tener conto nelle lacune dovuto alla mancata conclusione dei programmi ministeriali. Per questo si opterà comunque per una commissione formata da docenti interni tranne che per il presidente di commissione. Questa scelta è dettata da un lato dalla necessità di non far spostare decine di migliaia di docenti da una sede all’altra evitando ulteriore contagio, dall’altro dal fatto che i professori, che in queste settimane di didattica online stanno lavorando a distanza con i ragazzi, sono gli unici a sapere veramente fin dove hanno svolto il programma e di conseguenza sarebbero gli unici in grado di valutare in maniera più realistica gli esiti delle prove.
La seconda ipotesi, la più probabile, profila l’impossibilità di riaprire le scuole per quest’anno scolastico. La data limite, secondo gli esperti, sarebbe il 17 maggio, giorno dopo il quale, se le scuole rimarranno chiuse, si dovranno prendere provvedimenti specifici.
In quest’altro caso, l’esame di maturità avrebbe la struttura di un maxi colloquio, quindi non si farebbe alcuno scritto ma soltanto un orale più complesso. L’orale avrebbe la durata di un’ora almeno e consisterebbe nello svolgimento di esercizi di matematica e traduzioni, in base all’indirizzo di studi. Soluzione già adottata in altri casi d’emergenza, come il terremoto che ha colpito L’Aquila nel 2009.
Se si optasse per questa alternativa, l’orale avrebbe un valore massimo di 60 punti, mentre i restanti 40 risulterebbero dalla somma dell’andamento del terzo e quarto anno di scuola.
Qualsiasi sia la procedura che verrà adottata una cosa è certa: la data di inizio resta fissata al 17 giugno, con conclusione a metà luglio.
L’attuale normativa, per accedere alle prove finali, prevede oltre alla frequenza di ¾ del monte ore scolastico annuale, la sufficienza in tutte le discipline, condotta compresa (è ammessa una sola insufficienza), la partecipazione obbligatoria alle prove Invalsi e lo svolgimento delle ore minime di alternanza scuola-lavoro (almeno 210 ore nell’ultimo triennio degli istituti professionali, 150 nei tecnici, 90 nei licei).
Quest’anno nessuno dei criteri di ammissione è stato rispettato. Ricordiamo che non è stato, infatti, possibile svolgere le prove Invalsi, l’alternanza scuola – lavoro, rispettare il calendario scolastico e tanto meno consentire agli studenti di recuperare le insufficienze del primo quadrimestre. Pertanto, qualsiasi sia la soluzione occorrerà prevedere un provvedimento ad hoc che modifichi il decreto legislativo n. 62 del 2017, che regola l’attuale formula degli esami di Stato e di terza media.
Esami terza media 2020: se la chiusura delle scuole dovesse prorogarsi anche gli studenti di terza media potrebbero usufruire delmaxi colloquio per sostenere il proprio esame.
Al vaglio, infine, del MIUR vi è anche la possibilità di scaglionare il rientro a scuola per fasce d’età: per primi quelli della secondaria superiore, poi gli alunni delle medie; infine quelli del primo ciclo, così da salvaguardare maggiormente le fasce di popolazione più fragili e da evitare che circa dieci milioni di persone tra alunni, famiglie, docenti e personale Ata escano contemporaneamente di casa lo stesso giorno. Soluzione che trova concordi anche i virologi.
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