Non si ha ancora una data di riapertura, la decisione del Governo in tal senso non è ancora stata presa, ma la proroga della chiusura ci sarà quasi certamente.
Che il comitato tecnico scientifico ritenesse troppo breve il periodo di chiusura delle scuole deciso dal Governo che puntava ad una riapertura al 3 aprile non è un segreto. La “critica” era giunta poche ore dopo la notizia della chiusura.
La disastrosa situazione in Lombardia, Veneto ed Emilia, non consente ancora di comprendere quando ci sarà il picco, riaprire le scuole non è ancora possibile e soprattutto si attendono gli sviluppi del contagio nelle regioni del Sud. I pareri che in questi giorni sono comparsi nei vari quotidiani sull’evoluzione del contagio sono contrastanti.
Quanto tempo rimarranno chiuse le scuole?
Secondo il comitato, la chiusura non avrebbe senso per meno di due mesi, ricalcando il “modello cinese”. Il che significherebbe una riapertura al 6 maggio, comunque non prima della fine delle vacanze pasquali.
A lanciare l’allarme sull’impossibilità di riapertura il 3 di aprile era già stato ieri il Governatore Zaia. Per il Governatore, intervenuto nella trasmissione Porta a Porta su Rai1, la riapertura al 3 è troppo presto. “Il picco di morti e ricoveri in terapia intensiva – ha detto – per il coronavirus è atteso intorno alla metà di aprile e che dunque andrebbe pensato il prolungamento della chiusura delle scuole.”
Il Ministro Azzolina da canto suo aveva già annunciato che “le scuole riapriranno quando avremo la certezza che il quadro epidemiologico dell’Italia ci permetterà di mandare i nostri studenti a scuola nella massima sicurezza“.
Il Primo Ministro ha confermato la volontà di chiusura, “la proroga sarà decisa in armonia con gli scienziati – ha detto – dei quali il Governo si sta avvalendo quali consiglieri.”
Indicazioni su didattica a distanza
Il Ministero ha emanato una nota per dare indicazioni stringenti sulla didattica a distanza. Una nota che lascia presagire, per certi versi, una strutturazione della didattica a distanza che non fa presagire un termine delle attività tra una settimana, ma fornisce un impianto stabile che con molta probabilità, a questo punto, sarà da utilizzare per completare gran parte dell’anno scolastico restante.