Concorsi fermi, anche se si lavora alle bozza. Il rischio è che la data del 30 aprile come timeline per la pubblicazione dei bandi rischia di non essere rispettata.
Stop CSPI
Quella del 30 aprile è una data che probabilmente non verrà rispettata. Anche se i passaggi da compiere sono pochi per avviare i concorsi attesi (straordinario, ordinario infanzia-primaria, ordinario secondaria), necessitano comunque di un po’ di tempo.
Dal punto di vista amministrativo in realtà manca solo il parere del CSPI, ma quest’ultimo a causa dell’emergenza coronavirus ha dovuto rimandare la prima seduta prevista per il 4 marzo e anche la seconda per il 12, a data da destinarsi.
Quindi, anche se al Ministero si lavora per decreti e bandi, da un punto di vista formale manca un passaggio importante che al momento causa lo stop ai concorsi.
Rischio 200mila supplenze
Il rischio è che il 2020/21 venga ricordato come l’anno delle supplenze. Infatti, quest’anno (2019/20) sono state attivate circa 170mila supplenze, cui per il prossimo anno bisognerà aggiungere i pensionamenti appena confermati.
Secondo i dati ufficiali, infatti, i pensionamenti dei docenti per il 2020 sono 26.327, raggiungendo così la cifra di quasi 200mila supplenze per il prossimo anno scolastico.
Emergenza coronavirus
Tutto dipenderà, quindi, da quanto durerà l’emergenza coronavirus, quando saranno allentate le maglie di sicurezza che consentirebbero di avviare le procedure senza che i candidati rischino per la propria salute.
Oltrepassare la data del 30 aprile potrebbe significare, anche quando si avviassero le procedure, non consentire ai vincitori di salire in cattedra per il settembre 2020.