Sulla base del parere del Comitato Tecnico Scientifico nazionale, resta confermata la chiusura dei nidi, dell’attività scolastica e delle Università anche per la prossima settimana per le tre Regioni più colpite: Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. La decisione è stata presa perché il contagio, nelle tre regioni, ha un’evoluzione ancora troppo veloce e l’Organizzazione mondiale della sanità ha alzato il livello di rischio globale.
Il capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli ha, infatti, specificato che in Lombardia ci sono ad oggi 984 positivi, 73 dimessi e 24 deceduti; in Veneto 189 positivi e due deceduti e in Emilia Romagna 269 positivi e cinque deceduti.
In realtà per queste tre regioni il DPCM firmato questa sera, scaricabile a questo link, parla di «sospensione, sino all’8 marzo 20202, dei servizi educativi per l’infanzia.. e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università… corsi professionali, master».
Riapriranno le scuole nelle altre regioni che la settimana scorsa avevano deciso la chiusura preventiva: Piemonte, Liguria, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia e Marche.
In Piemonte, però, il governatore Alberto Ciro ha puntualizzato che le lezioni riprenderanno il 4 marzo.“Lunedì e martedì gli edifici apriranno con all’interno solo il personale scolastico, mentre da mercoledì ricominceranno le attività didattiche. Lunedì e martedì tutte le scuole piemontesi saranno oggetto di un’azione igienizzazione straordinaria, provvedimento che in questo momento riteniamo utile”.
In Liguria invece gli studenti torneranno in classe ad eccezione di quelli della provincia di Savona. Queste le parole del governatore Giovanni Toti: “la provincia di Savona vedrà applicate ancora le limitazioni valide oggi per tutta la Liguria, con le scuole chiuse, mentre le altre province della Liguria torneranno ad essere assimilate alle aree simili del resto del Paese, senza limitazioni”.
Sono finite anche le pulizie straordinarie a Napoli e a Palermo dove le scuole riprenderanno la normale attività.
Nel Lazio resterà chiusa fino al 9 marzo solo la scuola elementare Colombo di Fiumicino, frequentata dalla bambina di 10 anni risultata positiva insieme ai genitori.
I rettori lombardi avevano già annunciato la proroga della chiusura degli atenei lombardi fino al 7 marzo per l’epidemia di Covid-19.
La Federazione Italiana Medici Pediatri, attraverso il suo presidente Paolo Biasci – si ritiene soddisfatta della decisione del Governo condividendo la chiusura delle scuole nelle Regioni a rischio per altri 8 giorni. Ricordiamo, infatti, che ad oggi sono 888 i contagiati, con 21 morti e 46 guariti e in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna al momento è in cura il 93% di tutti i positivi in Italia. Quindi tale misura è necessaria per contenere il rischio di contagio.
Infine, il Comitato Tecnico Scientifico e il Governo hanno dichiarato che intendono impegnarsi al fine di aggiornare settimanalmente tale previsione sulla base dell’andamento della situazione epidemiologica».
Vogliamo comunque rassicurare i docenti sulle conseguenze di queste chiusure per quanto li riguarda.
Docenti e personale scolastico non dovrà recuperare
Innanzitutto, il decreto legge approvato venerdì sera dal Consiglio dei ministri introduce una norma del Ministero dell’Istruzione che dichiara valido l’anno scolasticoanche se non si raggiungerà il minimo di 200 giorni di scuola richiesto dalla legge. Ciò riguarderà gli studenti che frequentano scuole chiuse a causa del Coronavirus.
Non contenuto nel Decreto, ma ugualmente valido come principio: il personale della scuola a casa perché le scuole sono rimaste chiuse a causa dell’emergenza sanitaria non dovrà recuperare.
La normativa di riferimento è l’art. 1256 del Codice civile, che recita: “L’obbligazione si estingue quando, per una causa non imputabile al debitore (nel nostro caso personale della scuola), la prestazione diventa impossibile. Se l’impossibilità è solo temporanea, il debitore, finché essa perdura, non è responsabile del ritardo dell’adempimento”.
La chiusura delle scuole, provvedimento di esclusiva competenza delle Regioni e degli Enti Locali, comporta il divieto di accesso ai locali per tutto il personale e per gli alunni pertanto i giorni di chiusura per causa di forza maggiore devono essere assimilati a servizio effettivamente e regolarmente prestato, in quanto il dipendente non può prestare la propria attività per cause esterne, non dipendenti dalla sua volontà.
Ciò comporta che le assenze non dovranno essere giustificate, non comporteranno decurtazione economica o richieste di recupero.
Nel caso della prossima settimana trattandosi di “sospensione delle attività didattiche” il Ministro dell’Istruzione ha precisato che ciò comporta l’interruzione delle sole lezioni. Pertanto, le scuole rimarranno aperte e i servizi erogati dagli uffici di segreteria continueranno ad essere prestati. Il Dirigente Scolastico e il personale ATA (Amministrativo, Tecnico e Ausiliario) sono tenuti a garantire il servizio ed eventuali assenze devono essere giustificate.
Anno di prova docenti neo assunti:
Anche su questo punto il Miur è stato chiaro affermando che la chiusura “forzata” delle scuole per emergenza sanitaria va intesa come “utile” a qualunque titolo. Quindi i periodi di sospensione delle attività didattiche saranno validi a tutti gli effetti di legge ai fini del positivo compimento dei periodi di formazione e prova e per la proroga/conferma di una supplenza ecc.