Il 12 febbraio si è svolta la conferenza stampa con la quale i segretari generali dei cinque maggiori sindacati del comparto istruzione e ricerca hanno spiegato le ragioni della ripresa della mobilitazione, dopo che il Miur non ha tenuto fede agli impegni che erano stati presi dopo la sottoscrizione del verbale di conciliazione dello scorso 19 dicembre. Le ragioni dello sciopero del 17 marzo, vuole focalizzare l’attenzione sulle problematiche del reclutamento e del precariato, percorsi abilitanti a regime, stabilizzazione dei precari, concorso riservato per i facenti funzioni di Direttori Amministrativi (Dsga).
I sindacati rappresentativi FLC CGIL, FSUR CISL, UIL Scuola RUA, SNALS Confsal e GILDA Unams hanno parlato di “bullismo ministeriale” accusando la ministra Azzolina di aver chiuso ogni confronto con i sindacati, “Abbiamo fatto un appello alla ministra affinché dedicasse un’ attenzione particolare a un settore che conosce bene ma da parte sua non c’è alcuna volontà di governare con una politica partecipativa”, ha detto la segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, ricordando che i sindacati rappresentano l’80 per cento dei lavoratori della Scuola.
Elvira Serafini dello Snals, ha accusato il ministero “che si sente gratificato per aver rotto le relazioni sindacali. Questo è successo e non può essere. Al momento non c’è dialogo né apertura”.
Rino Di Meglio della Gilda degli Insegnanti ha parlato “di una virulenza nei confronti dei sindacati” da parte della ministra Azzolina, “mai vista prima”.
Secondo Francesco Sinopoli, segretario della Cgil Scuola, “la qualità di chi insegna in cattedra non si basa sulla batteria dei test ma sulla formazione. “I 24 mila posti sono una nostra vittoria ma non bastano, il concorso per i precari serve a stabilizzare chi troveremo già in cattedra anche a settembre. Se arriva una risposta dal ministro, non un tavolo però ma una norma, lo sciopero si ritira anche, altrimenti ci aspetta una stagione di mobilitazioni”. Lo sciopero del 17 marzo potrebbe essere seguito da altre mobilitazioni nei prossimi mesi.
“La Scuola e il Presidente della Repubblica sono le due istituzioni che godono della fiducia del Paese – ha aggiunto Pino Turi segretario della Uil Scuola affermare quindi che chi lavora nella Scuola non è all’altezza equivale ad offendere gli italiani. Così come lo fa sostenendo di voler valutare chi lavora nel settore da 10 anni.
I sindacati sono quindi determinati a portare avanti la mobilitazione e hanno sintetizzato le loro richieste in un documento nel quale spiegano gli obiettivi e le ragioni dell’azione sindacale:
- Percorsi abilitanti straordinari:
Avviare subito la procedura abilitante straordinaria per i docenti aventi titolo (scuole paritarie, docenti con servizio misto, docenti di ruolo provenienti da altri ordini di scuola, docenti provenienti dai percorsi di IeFp)
- Sistema permanente di abilitazione all’insegnamento:
Mancanza di un sistema strutturale di abilitazione e quindi di accesso all’insegnamento, che garantisca una formazione specifica e di qualità
- Concorso riservato ai docenti di scuola secondaria di primo e secondo grado con almeno tre anni di insegnamento nella scuola statale. È necessario:
1) valorizzare gli anni di insegnamento, valutando il servizio in misura prevalente
rispetto al punteggio della prova concorsuale
2) ammettere al concorso riservato i docenti che hanno insegnato per tre anni solo
su posti di sostegno sprovvisti di titolo di specializzazione
3) pubblicare la banca dati dei quesiti per favorire una migliore preparazione dei
docenti, analogamente a quanto avviene per molte altre procedure di selezione
- Concorso ordinario di scuola secondaria di primo e secondo grado:
Uniformare su tutto il territorio nazionale il punteggio minimo richiesto nella prova preselettiva per l’accesso ai concorsi ordinari
- Concorso riservato per facenti funzione Dsga:
Avviare il concorso riservato per gli assistenti amministrativi di ruolo che hanno svolto per almeno tre anni le funzioni di DSGA, anche se privi di titolo specifico.