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Scuola, i giorni di ferie possono essere trasformati in permessi: ecco il codice da utilizzare

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Scuola. I giorni di ferie possono essere tramutati in permessi. Lo stabiliva già il contratto 2007 all’articolo 15, ma ora, con il nuovo codice PE03 in dotazione alle segreterie, tutto sembra effettivo. L’attribuzione del nuovo codice dispone la dicitura che segue:

permesso per motivi personali o familiari e dovrà essere inserito in caso di assenza del personale.Preparazione al concorso nazionale personale docente - Insegnanti di sostegno

Con il nuovo codice, quindi, il sistema trasforma di fatto  6 giorni di ferie in permessi e quindi gli insegnanti assunti con contratto a tempo indeterminato potranno liberamente utilizzare i giorni di ferie alle stesse condizioni dei giorni di permesso. Così facendo i prof non sono più costretti a trovare dei sostituti. Pur essendo già chiaro nel Contratto Collettivo Nazionale, ci sono sempre state numerose e varie interpretazioni della materia, ma ora con un codice in mano, sarà tutto differente.

Ferie non godute, quando vengono pagate? Tutto quello che c’è da sapere

Le ferie sono un diritto irrinunciabile per il lavoratore, come sancito dall’articolo 36 della Costituzione. Ciò significa che il datore di lavoro non può impedire al dipendente di godere delle ferie di cui ha diritto e che il lavoratore, invece, non può assolutamente rinunciarci.

Ferie non godute, quando vengono pagate? Tutto quello che c’è da sapere

Non si può rinunciare alle ferie neppure dietro la promessa di ricevere una somma in denaro. Permettere all’azienda di pagare le ferie, infatti, sarebbe un disincentivo al loro utilizzo. Nel dettaglio la legge sull’orario di lavoro – dlgs 66/2003 – stabilisce che il dipendente abbia diritto a 4 settimane di ferie ogni anno, 2 delle quali devono essere godute entro l’anno di maturazione in maniera consecutiva. Le altre 2 settimane, invece, devono essere godute entro i 18 mesi successivi, scaduti i quali l’INPS le considera comunque fruite dal punto di vista contributivo e quindi i datori di lavoro vi devono versare i contributi come se queste fossero state godute. Le ferie residue, quindi, non possono essere monetizzate dal dipendente, se non in alcuni casi eccezionali. Ad esempio, il dipendente assunto con contratto a tempo determinato con durata inferiore a un anno può rinunciare al godimento delle ferie maturate e chiedere all’azienda che queste gli vengano retribuite una volta concluso il rapporto lavorativo.

Vengono pagate, inoltre, le ferie residue (quelle maturate durante l’anno e nei 18 mesi precedenti) al dipendente assunto con contratto a tempo indeterminato in caso di scioglimento anticipato del rapporto di lavoro. C’è un altro caso, infine, in cui il lavoratore può farsi pagare le ferie. Dovete sapere che alcuni CCNL prevedono delle regole più vantaggiose per i lavoratori, riconoscendo loro più giorni di ferie rispetto a quelli previsti dalla normativa vigente. Per questo motivo la legge riconosce loro la possibilità di monetizzare le ferie che eccedono le 4 settimane. Solo in questo caso, quindi, in alternativa al loro godimento si può richiedere il pagamento di un’indennità sostitutiva delle ferie.

 

Fonte:  OGGISCUOLA

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