Il nuovo Ministro dell’Istruzione Azzolina starebbe valutando l’ipotesi di restringere la lista degli acquisti consentiti con il bonus di 500,00€ riconosciuto ogni anno agli insegnanti di ruolo per le spese di aggiornamento e formazione.
Ricordiamo che il Bonus Docenti è il contributo che l’ex Presidente del Consiglio Matteo Renzi aveva assegnato al personale docente di ogni ordine e grado con la Riforma della “Buona Scuola”.
Visto i ritardi nell’attuazione, il primo anno i docenti si sono visti erogare il bonus direttamente in busta paga mentre dall’anno successivo è stata messa a punto una apposita applicazione web denominata Carta Docente attraverso la quale i docenti, previa registrazione con Spid, possono generare un buono ed effettuare gli acquisti.
Tale carta è però vincolata a spese culturali o altri tipi di spese purché relativi alla formazione e all’accrescimento del proprio bagaglio culturale (Legge 13 luglio 2015, n. 107).
Quali sono dunque le spese ammesse? Sicuramente l’iscrizione a corsi per attività di aggiornamento e di qualificazione delle competenze professionali svolti da enti accreditati presso il Miur. Inoltre si possono acquistare libri, testi, anche in formato digitale, ebook, riviste, anche se non inerenti specificatamente alle discipline insegnate come può essere un romanzo in quanto la legge, all’ art.1 comma 7, specifica che “riconosce fondamentale la formazione professionale del docente nel quadro degli obiettivi formativi, che riguardano competenze disciplinari e trasversali, scelte educative e metodologiche laboratoriali, non riconducibili a una sola e specifica professionalità”.
È consentito anche l’acquisto di hardware (con esclusione di smartphone, toner, stampanti, penne usb, videocamere, macchine fotografiche) e software intesi come tutti i programmi e applicazioni destinate a specifiche esigenze formative come ad esempio quelli che consentono la consultazione di vocabolari, progettazione di modelli matematici o di disegni tecnici, di programmi specifici per l’insegnamento; nonché l’acquisto di biglietti per teatro, cinema, musei, mostre ed eventi culturali, concerti.
Ma perché il nuovo Ministro vuole metterci mano se serve ad innalzare il livello culturale e professionale dei docenti?
Dall’analisi dei dati della piattaforma Sofia, ossia quella utilizzata per l’incrocio tra domanda ed offerta per la formazione dei docenti, è emerso che mentre gli iscritti alla Carta del Docente sono circa 700 mila, quelli che hanno scelto di registrarsi alla piattaforma Sofia sono appena 400 mila. Poco più della metà dei percettori del bonus, quindi, si è perlomeno interessato a spendere quanto riconosciuto per un corso di formazione, anche se non è detto che poi si sia iscritto.
Un problema non da poco conto visto che così si rischia di andare contro la ratio della misura. D’altronde che senso ha riconoscere ogni anno 500,00€ se poi l’utilizzo che ne viene fatto non è quello per cui il contributo è stato introdotto?
I dati riguardanti l’utilizzo che i docenti fanno del bonus insegnanti, infatti, ci dicono che questo viene speso preferibilmente per prodotti informatici anziché per la frequenza a corsi di formazione. Ecco perché uno dei primi interventi del nuovo Ministro dell’Istruzione potrebbe riguardare una modifica del bonus.
Non creiamo però allarmismi! Al vaglio del Ministro non c’è la cancellazione del bonus insegnanti, bensì una revisione tale da incentivare l’utilizzo dell’assegno di 500,00€ per i corsi di formazione professionale.
L’ipotesi più accreditata è quella che dovrebbe vincolare l’utilizzo del bonus ai soli corsi di formazione. In questo modo il Miur eviterebbe anche usi non appropriati della carta docente che in questi anni hanno visto protagonisti alcuni insegnanti, i quali sono riusciti ad aggirare la normativa acquistando, con sistemi più o meno leciti, materiali non presenti nella lista dei beni autorizzati così come denunciato più volte dalla trasmissione televisiva Striscia la Notizia.
C’è poi una seconda ipotesi che però al momento è meno accreditata. Stiamo parlando di quella che vede l’erogazione del Bonus Docenti direttamente in busta paga così come più volte richiesto dai sindacati. Questo consentirebbe di riconoscere aumenti di stipendio di circa 18,00€ netti in più, rispetto a quelli paventati in queste ultime settimane (le indiscrezioni dicono 75,00€ medi e lordi in busta paga, una cifra che non soddisfa né i sindacati né tantomeno gli addetti ai lavori).
Una cosa è certa: così com’è, il sistema di utilizzo del bonus non funziona.
Vedremo come riuscirà il neo Ministro a risolvere la questione.
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