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Decreto Scuola, le modifiche Taglia-Supplenze e pro precari. Call in Gae!

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Master il ruolo del dirigente scolasticoDecreto Scuola, le modifiche Taglia-Supplenze e pro i precari. Call in Gae!

Sono giorni decisivi per il decreto scuola. La maggioranza ha raggiunto un accordo su 13 emendamenti. L’ok atteso tra poche ore in  commissione Cultura della Camera di fatto lo cambia. Sono due i cardini di questi provvedimenti: si amplia la platea dei precari salvati e  si inaugura la call.

Per quanto riguarda i precari si dà un’ulteriore opportunità agli iscritti al 4° ciclo di Tfa. Questi potranno accedere ai concorsi ordinario e straordinario. Limitatamente al sostegno. Al tempo stesso, vengono ammessi con riserva alla selezione anche gli insegnanti che stanno maturando il terzo anno di precariato nel 2019/20. Mentre i prof che hanno alle spalle 3 anni nei percorsi di istruzione regionale – ed è un’altra novità – potranno accedere, come già avviene per quelli delle paritarie, solo all’abilitazione semplificata: prova orale da superare con 7/10 e anno di prova.Corsi di perfezionamento per docenti da 60Cfu

Molta attesa anche per la taglia-supplenze. Gli uffici scolastici regionali che avranno chiuso le immissioni in ruolo entro il 31 agosto, potranno bandire una “call” entro il 15 settembre. Questo per coprire i posti rimasti scoperti per assenza di candidati “titolati”. All’appello potranno rispondere non solo – come il Dl prevede oggi – i vincitori dei “vecchi” concorsi ma anche gli iscritti nelle Gae  delle altre regioni. Fermo restando che la priorità verrà data comunque a chi ha vinto il concorso bandito prima.

Non bisogna poi dimenticare l’emendamento fortemente voluto dal sottosegretario Lucia Azzolina. Questo trasforma le graduatorie d’istituto in graduatorie provinciali e riapre la terza fascia per i non abilitati. Così si potrebbero  risolvere tre problemi in uno. Lo sottolinea anche la stessa Azzolina: «Evitare che le segreterie scoppino visto che alcune scuole hanno ricevuto anche 30mila Mad , evitare che i titoli vengano valutati in maniera diversa gli stessi titoli e consentire ai docenti di non limitarsi a indicare 10 o 20 scuole ma concorrere sull’intero ambito provinciale».

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