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Permessi studio 2020, come e quando presentare domanda

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Master il ruolo del dirigente scolasticoSalvo diverse date stabilite a livello regionale, di solito è il 15 novembre la scadenza per presentare domanda per l’anno solare successivo per i permessi per il diritto allo studio (le cd. 150 ore).

A tale proposito, è in questo periodo che gli uffici scolastici provinciali pubblicano le relative circolari, alle quali sono spesso allegati anche i modelli di domanda utilizzabili dal personale interessato. Si veda più sotto la circolare dell’USR Toscana (scadenza domande: 10 novembre).

Oltre alla scadenza, sono i singoli contratti integrativi regionali a stabilire anche le modalità di fruizione dei permessi e i criteri di priorità nell’accoglimento delle istanze, quindi consigliamo di visionare il C.I.R. di riferimento anche per quanto riguarda i corsi per i quali è ammessa la presentazione della domanda.

La domanda, valevole per il periodo 1° gennaio – 31 dicembre 2020, può essere presentata da tutti i lavoratori della scuola, compreso il personale supplente, per il quale ovviamente i permessi saranno rapportati alla durata dell’incarico.

Normalmente, per il personale assunto dopo il 15 novembre con contratto a tempo determinato fino al 30 giugno o fino al 31 agosto, è prevista la possibilità di produrre domanda entro il 5° giorno dalla nomina e comunque entro e non oltre il 10 dicembre del corrente anno.

La circolare dell’USR Toscana

Con nota 12528 del 2 ottobre l’USR Toscana ha fornito indicazioni per la presentazione della domanda, che interessa le seguenti categorie di personale docente ed A.T.A.:

  • personale con incarico a tempo indeterminato;
  • personale con contratto a tempo determinato fino al 31 agosto;
  • personale con contratto a tempo determinato (anche su spezzone ma superiore alla metà dell’orario) fino al 30 giugno.

Le tipologie dei corsi che possono dare diritto alla fruizione dei permessi sono:

  1. corsi finalizzati al conseguimento di titoli di studio universitari, post universitari (es. master, corsi di perfezionamento, corsi di specializzazione, alta formazione, dottorato di ricerca), sempreché tutti di durata almeno annuale e con esame finale;
  2. corsi finalizzati al conseguimento di titoli di studio di istruzione secondaria e corsi di qualificazione professionale presso scuole statali o paritarie o nell’ambito dei corsi di istruzione e formazione professionale organizzati dalla regione;Master didattica della lingua italiana come seconda lingua L2
  3. corsi, presso facoltà ecclesiastiche ed istituti di scienze religiose abilitati dalla C.E.I., finalizzati al conseguimento della qualificazione professionale per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche;
  4. corsi finalizzati al conseguimento di titoli di specializzazione riconosciuti dall’ordinamento pubblico (ad esempio corsi I.T.S.);
  5. corsi finalizzati al conseguimento del titolo di sostegno, di riconversione professionale, o comunque al conseguimento di titoli resi obbligatori dalla normativa vigente, ivi inclusi quelli necessari all’adeguamento dei titoli di studio per l’accesso alle procedure concorsuali;
  6. corsi a distanza organizzati da Università Telematiche statali o legalmente riconosciute finalizzati al conseguimento di un diploma di laurea o post – laurea; la fruizione del beneficio è subordinata all’attestazione della partecipazione alle lezioni mediante la certificazione dell’avvenuto collegamento all’università telematica durante l’orario di lavoro. In particolare, deve essere certificata la fascia oraria, coincidente con quella di lavoro, in cui il dipendente potrà seguire le lezioni;
  7. corsi riconosciuti dal Miur finalizzati al conseguimento di titoli di laurea o post – laurea rilasciati da università straniere riconosciute dall’ordinamento italiano, purché di durata almeno annuale e con esame finale.

Gli Uffici di ambito territoriale devono pubblicare contestualmente il numero complessivo dei permessi retribuiti concedibili giovedì 31 ottobre 2019.

Il personale interessato, docente e ATA, che intende avvalersi del diritto ad usufruire dei permessi retribuiti per motivi di studio dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2020, deve presentare istanza all’istituzione scolastica sede di servizio entro il termine perentorio del 10 novembre 2019.

I Dirigenti scolatici devono trasmettere all’Ufficio di ambito territoriale competente l’elenco delle domande dei beneficiari entro venerdì 15 novembre 2019.

Le graduatorie saranno rese note il 2 dicembre 2019.

MODELLO DI DOMANDA

Alcuni pareri ARAN

L’ARAN, in più occasioni, ha fornito indicazioni in merito alla corretta applicazione della normativa che regola la fruizione dei permessi per il diritto allo studio.

Ne riportiamo di seguito alcuni.

In che cosa consiste la disciplina contrattuale del diritto allo studio nel comparto Scuola?

II CCNL del comparto Scuola non hanno definito una apposita disciplina del diritto allo studio, ma si sono limitati a richiamare, all’ art. 146, comma 1, lett. g), del CCNL del 29.11.2007, la precedente regolamentazione pubblicistica dell’istituto contenuta nell’art. 3 del D.P.R. n. 395/1988, che così continua a trovare applicazione nel comparto scuola nella sua originaria formulazione.

Tale norma prevede, per i permessi per diritto allo studio, una misura “massima” annua pari a 150 ore e una platea di beneficiari pari al 3% delle unità di personale in servizio all’inizio di ogni anno.

Pertanto se più soggetti chiedono un permesso per diritto allo studio per un numero di ore inferiori al massimale stabilito, ciò non comporta l’ampliamento della sua attribuzione essendo vincolante il limite percentuale dei beneficiari.Corsi di perfezionamento per docenti da 60Cfu

Il limite percentuale, infatti, va riferito al personale e non alle ore di permesso, le quali possono essere chieste e concesse anche in misura inferiore al massimo disponibile. 

A quale livello di contrattazione vengono definiti i criteri per la fruizione dei permessi per il diritto allo studio?

Ai sensi dell’art. 4 del CCNL 29/11/2007 i criteri per la fruizione dei permessi per il diritto allo studio, sono definiti nell’ambito della contrattazione integrativa, presso ciascuna direzione regionale.

Nell’ambito dei permessi per diritto allo studio, pari a 150 ore individuali per ciascun anno, può essere ricompreso anche il tempo di percorrenza necessario per raggiungere la sede delle lezioni?

In base alla formulazione della disciplina contenuta all’art. 3 del D.P.R. n. 395/1988, cui il CCNL del comparto Scuola fa rinvio, si ritiene che nel computo del monte ore dei permessi studio debba essere incluso il tempo di percorrenza necessario per recarsi nel luogo di svolgimento delle lezioni.

Infatti ciò che rileva, al fine della quantificazione dei permessi, è l’arco temporale in cui il dipendente deve assentarsi dal luogo di lavoro per partecipare alle lezioni o ai corsi. Pertanto, ad esempio, nel caso del dipendente che intenda frequentare due ore di lezione presso l’Università di appartenenza, in concomitanza con l’orario di lavoro, dovrà fruire non solo delle due ore di permesso, ma a queste dovrà ricomprendere anche il tempo utilizzato per raggiungere la sede di svolgimento delle lezioni. Infatti le ore di permesso fruite devono corrispondere all’intera durata dell’assenza e le stesse dovranno essere decurtate dal monte-ore annuo a disposizione del dipendente.

Peraltro, sulla rilevanza dell’elemento della necessaria collocazione delle lezioni nell’ambito dell’orario di lavoro, si è espressa anche la Corte di Cassazione – Sezione Lavoro (sentenza n. 10344 del 22 aprile 2008), secondo la quale i permessi in questione possono essere utilizzati “soltanto per frequentare i corsi indicati dalla clausola contrattuale in orari coincidenti con quelli di servizio e non per le necessità connesse all’esigenza di preparazione degli esami, ovvero per le altre attività complementari (come ad esempio i colloqui con i docenti o il disbrigo di pratiche di segreteria).” 

I permessi per il diritto allo studio possono essere concessi agli studenti fuori corso?

I permessi per diritto allo studio possono essere attribuiti anche agli studenti fuori corso, purché siano rispettate le priorità prescritte dalla disciplina dell’art. 13 del CCNL del 16 maggio 2001. 

I permessi per diritto allo studio possono essere richiesti per la frequenza di corsi serali?

In proposito, occorre precisare che i permessi per motivi di studio devono essere fruiti solo per assentarsi dal lavoro per la frequenza dei corsi nei giorni e nelle ore durante le quali il dipendente dovrebbe rendere la sua ordinaria prestazione lavorativa. Pertanto, nell’ipotesi di un corso di studi in orario serale, il dipendente potrà usufruire dei permessi di studio solo qualora la sua prestazione lavorativa viene svolta secondo un’articolazione oraria che coincida con lo svolgimento del corso.

In caso contrario oppure nei casi in cui le lezioni sono effettuate al di fuori dell’orario di lavoro, il dipendente non ha alcun titolo a fruire dei permessi in esame, la cui finalità è quella di consentire la frequenza di corsi solo qualora lo svolgimento degli stessi coincida con l’orario di lavoro del dipendente interessato.

Fonte:https://www.tecnicadellascuola.it/permessi-studio-2020-come-e-quando-presentare-domanda

Laurea in Fisioterapia

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